Regia di Afonso Poyart vedi scheda film
Se in locandina non ci fosse stata la facciotta di Anthony Hopkins avrei relegato questo film a tutti i premonisciòn, predestinasciòn, previdesciòn in circolo. Oddio, non è che questo film sia l'emblema dell'originalità, ma la presenza del Maestro ne da la garanzia di un buon film.
Dividerei il film in due parti. La prima più narrativa scorre liscia negli schemi di un thriller crime. La seconda (che faccio iniziare dall'ingresso in scena di Colin Farrell), decisamente più psicologica, introspettiva, folle. Anche la regia fa un notevole balzo in avanti: prima abbastanza piatta e razionale, nella seconda parte si lascia trasportare dall'irrazionalità dei due antagonisti. Quindi riprese storte, fuori simmetria o troppo simmetriche, fuori ritmo o oniriche. Mi domando: è lo stesso regista?
Una nota: siccome sono poco sveglia ho impiegato più di venti minuti per capire che John non era Joe e viceversa. Ditemi che sono in buona compagnia..!
Anche se Anthony Hopkins mi ha spinto a vedere questo film devo dire che mi ha delusa parecchio: monocorde, quasi inespressivo. Quando Joe gli dice che la moglie si era innamorata del suo sorriso avrei voluto chiedergli di quale espressione tra le mille tutte uguali di cui ci ha deliziato. Ora lo so che Dio mi punirà per aver criticato il Vate, ma in questo film l'ho visto proprio svogliato sebbene di lavoro sul personaggio ce ne era, e pure parecchio (la notizia e la morte della figlia, nonché del collega, l'accettazione del "dono", i sentimenti nei confronti della dottoressa..mah, tutto pressoché vuoto).
Più bravo Jeffrey Dean Morgan, il suo Joe (giusto??) pacato, profondo e leggero nel contempo mi è proprio piaciuto. Abbie Cornish non mi è piaciuta per niente. Troppo artefatta (come la sua tinta per capelli) per essere credibile, gli sceneggiatori hanno voluto prendere troppi ingredienti per definire questo personaggio femminile (spero che non lo abbiano fatto in favore di uno stucchevole girlpower che ammazza tutte le donne con la forza dell'antipatia): fragile, ma forte, glamour con la camminata da camionista, sofista della parolaccia, tanto madre quanto presuntuosa..naaa, non mi è piaciuta, anche se l'attrice ha fatto di tutto per essere una volta carota, una volta patata, una volta fagiolo nel minestrone che le hanno propinato come parte.
Sono invece rimasta stupita da Colin Farrell, cavolo, odiavo quell'attore dai tempi di Alexander dove mi ricordava la zia scema del mio ex marito, bionda con le sopracciglione nere. Ho sempre dribblato i film del bamboccione e invece mi sono dovuta ricredere. Probabilmente le mie misure per definire un attore bravo non sono proprio incontrovertibili. Forte del detto che "una rondine non fa primavera", voglio vedere la filmografia del tipo e scoprire di avere avuto torto e di avere un nuovo bravo attore da seguire.
Bando alle ciance, mi è piaciuta la morale di questo film e per questo l'ho fatto vedere ai miei figli. Siamo tutti bravi nel criticare e giudicare le persone nelle loro decisioni, poi quando abbiamo la sensazione che Dio non ci sia o che non ci sia abbastanza, siamo i primi a metterci al suo posto. Di nascosto, vigliacchi non nelle azioni, ma nella vergogna di ciò che è stato fatto.
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