Regia di Afonso Poyart vedi scheda film
C'è un killer che uccide le proprie vittime conficcando loro uno stiletto nella nuca, procurando una morte rapida: gli agenti dell'FBI incaricati del caso contattano uno psichiatra che ha il dono/dannazione di poter prevedere il futuro delle persone toccandole. Quel che verrà fuori, coinvolgerà l'uomo e lo sconvolgerà: l'assassino ha le sue stesse facoltà. Un thriller che è stato originato da uno script concepito per essere il sequel di "Se7en", che trova in Anthony Hopkins un protagonista capace di assorbire molto dell'interesse suscitato dalla pellicola. Il film di Poyart è un giallo a tinte sovrannaturali con buoni momenti, una valida escalation della tensione, ed un confronto finale non proprio risolto benissimo. All'attivo del film lo scavo dei personaggi, più complessi della media dei canonici caratteri del thriller all'americana contemporaneo, il parallelo tra cacciatore e killer, le buone interpretazioni degli attori: meno bene, troppi effetti e simbolismi da spot patinato di flashbacks e connessioni mentali, che appaiono come un narcisismo esasperato della regia. Certo, la "sorpresa" finale dell'ultimissima sequenza, sconcerta e dà un senso differente al racconto, ed è un risvolto ben giocato. Peccato che ci sia un ricorrere a troppi estetismi, ma è un giallo di discreta fattura.
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