Regia di Aditya Chopra vedi scheda film
Non posso esimermi dallo scrivere un breve commento su questo film, che secondo me rappresenta in maniera emblematica il tipico modo di intendere l'amore secondo la cinematografia indiana. Sin dal titolo.
L'amore voluto da Dio, l'innamorato che vede Dio negli occhi del proprio amato, e si spinge addirittura a chiedersi se Dio non gliene vorrà a male perchè ama la sua donna più di Dio. Un matrimonio in un certo senso combinato (tradizione probabilmente ancora in uso in India, ma mai veramente criticata dai registi indiani, perchè non necessariamente in contrasto col vero amore), seppure aiutato, da una parte sola, da un colpo di fulmine. L'amore vero che vuole solo donare,
senza la necessità di avere qualcosa in cambio. E che per questo motivo spinge a fare cose straordinarie: a provare a mettersi in gioco, vincendo anzi trionfando, nel ballo e nel sumo (a riscio della propria incolumità fisica); a provare nuove strade per far felice il proprio partner, anche modificando la propria personalità; a mettere tutto il resto in secondo piano.
Ed alla fine l'amore trionfa e viene corrisposto: l'amor "che a nullo amato amar perdona".
Il tutto condito con balli e musiche, nel tipico stile della filmografia indiana (delle canzoni, un po' sdolcinate come la trama, ci sono anche i sottotitoli).
Insomma una ricetta già vista e rivista più volte, forse scontata ma sempre di effetto,
tanto che alla fine la lacrimuccia arriva comunque.
Da vedere.
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