Regia di Isao Takahata vedi scheda film
Giappone, un anziano tagliatore di bambù trova dentro un fusto una creatura piccolissima e la porta a casa mostrandola alla moglie: i due coniugi sono un po' in là con gli anni e decidono di tenerla con loro dato che non hanno figli e la chiamano Principessa; in un attimo assume le dimensioni di una neonata e nel giro di poco tempo raggiunge già l'aspetto di una bambina, integrandosi con i ragazzi del villaggio ed in particolare con Sutemaru, che la chiama Piccolo Bambù. Il contadino, nel frattempo, nel bosco, intagliando un'altra pianta ha trovato dell'oro, che usa per trasferirsi nella capitale e dare alla figlia adottiva, divenuta adolescente, della quale ha compreso la natura soprannaturale, un'educazione consona allae sue origini. Ma Principessa, acui è stato aggiunto l'aggettivo Splendente,non si abitua agli sfarzi e all'educazione che riceve e tantomeno rifiuta le avances dei notabili più disparati, provando forte nostalgia della vita e dei compagni di giochi della campagna. Ma il suo destino non è la permanenza definitiva sulla Terra...
Toccante favola più per adulti che per bambini - viste durata e complessità delle tematiche toccate - diretta dal maestro dell'animazione giapponese Isao Takahata, co-fondatore dello Studio Ghibli con Hayao Miyazaki, 'La storia della principessa splendente' si discosta molto dall'unico film da me visto dell'anziano filmmaker nipponico, 'Una tomba per le lucciole', poiché mentre il secondo era una tragedia ambientata ai tempi del secondo conflitto mondiale e lo spettro della guerra nucleare, vissuta attraverso gli occhi ed i fragili corpi di un fratello e una sorella ancora bambini, il primo possiede i toni all'inizio scanzonati e fiabeschi di un racconto situato in un periodo antico, per poi trasformarsi in un'opera 'problematica' che analizza il divario tra la vita in campagna, segnata dalla povertà ma anche dalla spensieratezza e quella nelle grandi città, dove i ricchi vivono in abitazioni lussuose, si vestono in maniera sfarzosa e la gioventù è seguita da educatori personali, che insegnano tutti i comportamenti da tenere, ed infine per concludersi virando verso un finale nostalgico-fantascientifico.
Il tratto del disegno si discosta molto da quello di gran parte di film animati occidentali, con personaggi e sfondi paesaggistici delineati in modo semplice ma elegante, i colori sono - tranne la parentesi della fuga di Principessa dal palazzo, per me la più bella del film, dove il disegno si fa più scuro, per sottolineare lo stato d'animo della protagonista ed i toni concitati e furenti - tenui, a pastello e i ritmi sono compassati.
Oltre alla scena suddetta, val la pena ricordarne una diametralmente opposta, dove Principessa e Sutemaru si librano in aria abbracciati insieme, una divagazione di pura poesia, che dura però lo spazio di un attimo e riporta subito la protagonista della vicenda, letteralmente, 'con i piedi per terra', alla triste realtà che la attende.
'La storia della principessa splendente', candidato all'Oscar nella scorsa edizione nella sua categoria, ma sconfitto dal pur valido ma inferiore 'Big Hero 6', è tra i più importanti Anime delle ultime stagioni, che da noi, colpa una distribuzione miope di soli tre giorni, è passato quasi inosservato al cinema ma che vale certamente un recupero sotto altre forme, che si sia appassionati o meno di quella che è più una tecnica che un genere.
Voto: 8 (v.o.s.).
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