Regia di Isao Takahata vedi scheda film
CANNES 2014 – QUINZAINE DES REALISATEURS
Lo Studio Ghibli del maestro Miyazaki alla Quinzaine, col fluviale racconto tratto da un testo classico giapponese che diviene esplicito e visibile grazie ai suggestivi disegni a pastello, splendidi ed incantevoli ad opera di Isao Takahata, crea subito meraviglia, stupore e commozione nella sala del Palais Croisette che ospita la rassegna.
La storia della principessa nata piccola come un seme all’interno di una pianta di bambù e trovata da un anziano contadino addetto alla pulizia del bosco, che si ritrova, assieme alla anziana consorte, a vivere le gioie e le ebbrezze di una tarda ed inaspettata paternità, ha il potere di commuovere ed incantare lo spettatore come me tendenzialmente restio alla narrazione animata.
La storia, quella di una sorta di messia dai poteri sovrannaturali, che cresce e si sviluppa con la rapidità di una pianta di bambù e che riesce ad integrarsi con gioia e stupore ad un mondo bello ma imperfetto di cui intuisce ben presto i limiti, e che proprio per questo, anche se a malincuore, finisce per starle stretto, è raccontata con una partecipazione e sfumature di sentimento che non possono lasciare indifferenti.
Nella migliore tradizione del maestro Miyazaki, Takahata dirige un cartone per adulti raffinato e dai colori tenui, strabilianti ed inconsueti propri di un pastello timido ma pieno di sfumature, in grado di rendere la foresta di bambù la valle incantata e dalle atmosfere sacre pertinente ad una nascita così particolare: la storia è quella di una preparazione terrena in vista di un futuro in terre e cieli lontani e più perfetti, e non può, a dirla tutta, non ricordarci molto da vicino il percorso messianico, qui forse più pagano ed egocentrico, ma ugualmente delicato e ardito, di un figlio di dio simile a quello della nostra tradizione cristiana, solamente un po’ più fine a se stesso e volto ad autocelebrarsi, piuttosto che a convertire anime verso una più retta via.
Ma il racconto resta straordinario, così come la realizzazione, e Le conte de la princesse Kaguya risulta senz’altro come una delle migliori ed emotivamente più toccanti sorprese di questa ottima e vitale Quinzaine 2014.
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