Regia di Isao Takahata vedi scheda film
‘Coloro che vivono sulla terra, esseri umani, animali, vegetali, sono tutti pieni sia di gioia sia di tristezza in ogni tinta’. E’ in questa aulica frase che sta la morale del film, tratto da un’antica fiaba giapponese del IX/X secolo, e dopo che lo avrete visto vi apparirà più chiara la storia della principessa splendente del bambù flessuoso...
20° lungometraggio della Ghibli e ultimo diretto e sceneggiato da Isao Takahata nel 2013, quattro anni prima di morire, dopo averci pensato, sembra, per 50 anni! Meglio i film di Hayao Miyazaki o quelli di Isao Takahata (entrambi fondatori dello studio Ghibli)? Meglio il dolce o il salato? Il giorno o la notte? Meglio…non pensarci anche perché Takahata lavorava molto dietro le quinte e appariva meno. Talentuosi creativi, sono entrambi ai massimi livelli dell’arte dell’animazione, perciò godiamoci i film di entrambi! Takahata ha diretto e sceneggiato solo 5 film per lo Studio Ghibli (e pochi di più in totale): il triste ma necessario Una tomba per le lucciole nel 1988, il complesso, registicamente parlando, ma sentimentale Pioggia di ricordi nel 1991, lo sfrenato ecologista Pom Poko nel1994,il divertente educativo I miei vicini Yamada nel 1999 e questa meravigliosa, delicata ma ardita fiaba che, a detta di molti, è il suo capolavoro.
‘Coloro che vivono sulla terra, esseri umani, animali, vegetali, sono tutti pieni sia di gioia sia di tristezza in ogni tinta’. E’ in questa aulica frase che sta la morale del film, tratto da un’antica fiaba giapponese del IX/X secolo, e dopo che lo avrete visto vi apparirà più chiara. La principessa splendente del bambù flessuoso, come verrà anche chiamata in seguito, viene trovata neonata dentro un germoglio di canna di bambù da un tagliatore di piante che l’adotta insieme alla moglie. Capiscono tutti che è ‘diversa’ perché ha il ‘potere’, visibile a tutti, di crescere in fretta. Ma lei, non sentendosi una principessa ma una contadina, si ruzzola nei campi come i suoi coetanei tra i quali c’è un ragazzo col quale lega molto. Quando nei bambù il tagliatore trova anche oro e stoffe preziose capisce che qualcuno vuole per lei una vita sfarzosa in un palazzo principesco.
Suo malgrado, la bambina miracolosa inizia un’impeccabile vita da principessa imparando molto facilmente tutte le arti adatte al suo rango. Ma durante la festa per la sua nomina, non potendone più per la mancanza di libertà (la lotta per la libertà è uno dei temi ricorrenti di Takahata e di Miyazaki già dai tempi di Conan), scappa come una furia verso i posti dove è cresciuta. E qui i disegni semplici ma raffinati, prima dai tratti di carboncino leggeri e dai colori acquarello tenui, diventano a grossi tratti neri e i colori si incupiscono, rendendo perfettamente il suo stato d’animo arrabbiato. Ma non trova i suoi amici e mestamente torna al palazzo. La fama della sua bellezza arriva ovunque e si interessano a lei principi, ministri e infine anche l’imperatore, ma tutte le meraviglie che le donano per averla in sposa non la interessano! Forse il finale è un po’ strano ma ci fa capire che la vita va accettata per quello che è e può anche finire (altro tema ricorrente nei film Ghibli). Film affascinante e prezioso adatto a tutti e che merita la visione perché ci rende felici…almeno per un paio di ore.
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