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La scala a chiocciola

Regia di Robert Siodmak vedi scheda film

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La recensione su La scala a chiocciola

di VinnySparrow
7 stelle

Un bellissimo thriller degli anni quaranta. Diventato un Cult nel corso degli anni, amatissimo dal pubblico e dalla critica. Uno dei punti di riferimento per tantissimi registi italiani e stranieri. Da vedere assolutamente.

Senza dubbio uno dei migliori gialli degli anni quaranta. Un film che nel corso degli anni è diventato un vero e proprio cult e che è stato amatissimo da illustri registi inglesi, americani e italiani. 

Basta pensare che in una conferenza il buon Ruggero Deodato ha affermato che "La scala a chiocciola" è stato uno dei film che più lo ha colpito in assoluto. 

Effettivamente, negli anni quaranta questo poteva essere un film che qualche salto dalla poltrona poteva suscitarlo, sopratutto in uno spettatore alla prime armi col "film del brivido". 

Dorothy McGuire

La scala a chiocciola (1945): Dorothy McGuire

Diretto con mano sicura da Robert Siodmak, figlio del cinema espressionista tedesco, il film risulta essere un interessantissimo thriller teso e pieno di tensione. 

Una trama che tutto sommato non aggiunge niente di nuovo a centinaia di thriller che sono stati girati anche prima di questo, infatti abbiamo un assassino che uccide donne. Unico elemento che queste donne uccise hanno in comune è un qualche dipo di difetto fisico o in qualche modo "mentale" o psicologico. 

Il film si svolge quasi interamente all'interno di questa grossa villa e tutto routa intorno a pochi ma interessanti personaggi maschili e femminili. 

Ci ritroveremo infatti a "dubitare" di due fratellastri, di una infermiera, di un dottore, di un commissario, di una bella donna che scrive a macchina per conto di uno dei fratellastri e infinie della lunatica matrigna, sempre stesa sul suo letto in preda a dolori e a mancamenti curati con l'etere e che allo spettatore darà l'idea quasi immediatamente di essere la chiave di lettura o la chiave dell'enigma di tutta la storia. 

La vittima per così dire o meglio l'unica su cui non si possono avere dubbi sulla sua innocenza è Elena. 

Elena una ragazza che non parla, non è muta ma a causa di problemi a livello psicologico si priva della parola incontrando non pochi problemi al momento del bisogno di urlare e chiedere aiuto. 

Proprio per questo problema, Elena è la preda numero uno del killer che sappiamo benissimo si aggira fuori e all'interno della casa. Tutti lo sanno, in particolare la matrigna che cerca di convincere Elena in tutti i modi ad abbandonare la casa oppure a dormire insieme a lei. 

Dorothy McGuire, Rhonda Fleming

La scala a chiocciola (1945): Dorothy McGuire, Rhonda Fleming

Ecco quindi che il film inizia a farci respirare un clima molto teso, una tensione quasi palpabile, tensioni tra i personaggi, paura che si prova nello spostarsi da una stanza all'altra. Il buio della cantina o degli angoli privi di luce della casa. 

Lo spettatore avverte benissimo che l'assassino è lì presente e può colpire in ogni istante, ma Siodmak che evidentemente sa come far crescere la tensione e l'interesse dello spettatore prolunga i tempi ma allo stesso tempo non annoia, non toglie l'interesse dello spettatore anzi...porta ad aumentare la curiosità. Cosa che ogni buon thriller dovrebbe essere capace di fare e questo film a parer mio ci riesce perfettamente. 

Un film totalmente privo di effetti speciali, privo luoghi aperti, privo di ogni cosa che può spetacolarizzare un film. 

Siodmak con "La scala a chiocciola" punta solo ed esclusivamente alla storia, alla tensione che deve trasmettere, a tutto ciò che di sinistro può essere il buio, ad una ambientazione che ha anche un qualcosa di gotico e sopratutto ai personaggi che sono il vero fulcro del film.  Personaggi che tra l'altro sono descritti tutti in maniera perfetta, nessuno di loro è lasciato in disparte, tutti sono descritti benissimo, conosciamo gli stati d'animo di tutti loro, i loro sogni, le loro aspettative, le loro paure e le loro delusioni. 

Siodmak quindi fa un lavoro eccellente sia nella cura dell'ambientazione sia nel descrivere minuziosamente tutti gli aspetti degli interpreti. 

Ethel Barrymore, Dorothy McGuire

La scala a chiocciola (1945): Ethel Barrymore, Dorothy McGuire

Sicuramente l'emento più interessante di tutta la pellicola è l'occhio. 

Siodmak rende l'occhio il vero protagonista del film. L'occhio dell'assassino, occhio nero, freddo, per niente rassicurante che scruta la sua vittima, aspetta il momento opportuno. 

Ma non solo Siodmak rende l'occhio lo strumento centrale del film. 

In realtà il regista ha l'intuizione geniale di rappresentare l'occhio del killer che guarda si le sue vittime, ma anche noi. 

Lo spettatore stesso si renderà conto di essere osservato da questa feroce pupilla producendo di conseguenza un convolgimento totale in tutto ciò a cui si assiste. 

Se l'occhio guarda la voce ascolta ma rimane muta e non può chiedere aiuto, ed è per questo che Elena si ritroverà a correre tra le stanze della villa intenta ad urlare e chiedere aiuto ma ahimè oltre al rumore dei suoi passi sul tappeto non potrà produrre altri suoni per chiedere l'aiuto necessario. 

Ed ecco quindi gli ingredienti che Siodmak usa per partorire quello che secondo me è un ottimo prodotto. Un bellissimo thriller che giustamente è stato ben accolto da quasi tutti i critici alla sua uscita e fortunatamente anche dal pubblico. 

Un film che consiglio vivamente agli amanti del thriller, agli amanti del cinema in bianco e nero, agli amanti del buon cinema in generale. 

"La scala a chiocciola" un piccolo cult da recuperare assolutamente. 

 

VinnySparrow 

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