Regia di Robert Siodmak vedi scheda film
Un assassino il cui movente è sopprimere chi ha un handicap è particolarmente spietato,ed una protagonista resa muta da uno shock,che soffrirà la propria menomazione maggiormente nel momento in cui il terrore la invade,è uno dei molti colpi di genio di una sceneggiatura notevolissima,che è alla base di un thriller di culto,a pieno merito.Robert Siodmak,nello spazio esclusivo di una grande abitazione,dopo il prologo che inquadra il delitto di una ragazza claudicante sopra uno dei primi locali cinematografici (in cui si proietta "The kiss",citazione-omaggio al cinema muto già di per sè encomiabile) ambienta un giallo ricchissimo di suspence,con intuizioni visive e sonore di gran presa sullo spettatore.L'occhio del killer che si apre nel buio di un armadio (bello l'omaggio argentiano nella famosissima scena analoga di "Profondo rosso"),le mani delle vittime che lentamente si spengono della vita mentre l'esecuzione del delitto è appena fuori inquadratura,la concatenazione degli eventi che fanno il gioco della suspence,ed un crescendo di tensione che rendono il film molto "avanti",e lasciano supporre che nel 1945 potesse veramente fare paura a chi lo vedesse.Bravissima Dorothy McGuire a recitare senza parlare per quasi tutto il film,intensa,fragile e determinata allo stesso tempo,una gran prova di regia di Siodmak,e un'abile manovra a lasciar pensare allo spettatore di aver capito l'identità dell'omicida fino alla rivelazione finale probabilmente spiazzante.Venne rifatto poi,senza gran clamore,nel 1975 con Jacqueline Bisset come protagonista,"Delitto in silenzio":ma,a proposito di remake,dipende tanto da chi c'è dietro la macchina da presa la qualità del rifacimento.
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