Regia di Camille Delamarre vedi scheda film
"In loving memory of Paul Walker"....e' la frase che nessuno vorrebbe leggere al termine di questo filmezzo truzzo e banalotto, illudendosi che gli incidenti spettacolari e disastrosi degli action movies tanto cari e congeniali al Paul Walker, finiscano in un groviglio di rottami e lamiera da cui i nostri protagonisti siano usciti sempre puntualmente in tempo all'ultimo secondo. Ma la vita, quella vera, procede con regole e destini ben differenti e molto meno rassicuranti.
Remake americano non proprio indispensabile del francese Banlieue 13, sempre con co-protagonista lo stuntman, ginnasta e guru dela disciplina-movimento Parkour, David Belle nei panni dell'italoamericano Lino,
ragazzo dei quartieri degradati che si batte con tutta la sua agilita' e destrezza per salvare la sua (ex)fidanzata cameriera, rapita da un boss del quartiere (il rapper e produttore discografico nonche' ormai attore a tempo pieno RZA),
Brick Mansions prende il nome dal quartiere-ghetto di una Detroit di un prossimo futuro in cui le barricate proprie di un tetro carcere sono state estese lungo tutto un quartiere, che un sindaco viscido e falso vuole radere al suolo per dar vita alla solita laida speculazione edilizia a favore del ceto ricco ed abbiente, lo stesso che lo ha eletto a primo cittadino della metropoli.
L'altro co-protagonista e' appunto Paul Walker, qui alla sua ultima prova dopo la terribile disgrazia dell'incidente, nei panni di un valido agente infiltrato e sotto copertura: morte e tamponamenti rocamboleschi che sono stati spesso percorsi e vissuti (anche questa sua ultima pellicola è infarcita di spettacolari corse d'auto con scontri devastanti) a piu' riprese nei molti action interpretati dal biondo dinamico attore (si pensi alla interminabile milionaria serie di Fast & Furious col compare Vin Diesel su tutti, assieme al quale formavano una coppia di successo da risposta a stelle e strisce dei nostri Terence Hill e Bud Spencer riveduti, aggiornati e corretti), si ripetono una sola definitiva volta nella vita vera della star, in una macabra coincidenza che suona davvero come un tetro e malvagio scherzo del destino. Molto altro non c'e' proprio da dire su questo ahimé banale remake (ora mi vedro' tuttavia l'originale francese, che ambientava nella periferia parigina cio' che qui capita in una Detroit devastata dalla delinquenza e divisa da un muro di cinta che ne ricorda un altro non meno tragico e discriminatorio; e magari pure il suo seguito, di cui si dice piuttosto bene).
Qui a parte le evoluzioni del Lino acrobatico e scattante, che si alternano alla abilita' piu' tradizionale e riflessiva del dinamico ma posato e saggio poliziotto Walker, infiltrato valoroso ed efficace al soldo di una giurisdizione non proprio immacolata (come scoprira' egli stesso), non resta molto e la vicenda, qualunque e vista e rivista, fa davvero rimpiangere quel futuro post apocalittico carpenteriano de "1999 Fuga da New York", capolavoro nemmeno lontanamente accostabile, ma di cui questo scialbo remake di un altro film pare ricalcarne almeno a tratti la sceneggiatura, i ritmi e le cadenze di un countdown che qui diviene dozzinale, ove invece nel primo costituiva un tesissimo traguardo da corsa contro il tempo. A Brick Mansions dunque, nella sua elementare banalita' fatta di personaggi bidimensionali dove buoni e cattivi si antepongono al concetto tradizionale di buona societa' e di ghetto proletario, non resta che passare alla storia per una triste, macabra circostanza e null'altro, se non l'essere l'ennesima scialba, tardiva e poco utile riproposizione americana di un action europeo divenuto oggetto di culto.
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