Regia di Lodovico Gasparini vedi scheda film
Milano, metà Ottocento. Margherita è una prostituta di sicuro fascino, che fa girare la testa a moltissimi uomini. Data la sua situazione, però, si costringe a rifiutare l'amore; quando incontra Alfredo però le sue convinzioni vacillano. Ma Margherita nasconde un terribile segreto.
Trasposizione pomposa e patinata de La signora delle camelie di Alexandre Dumas figlio, l'ennesima volta che il romanzo - lo stesso che ispirò La traviata di Verdi - viene portato su pellicola. Questa volta la regia tocca a Lodovico Gasparini, esperto di fiction sponda Mediaset, e la sceneggiatura, che ambienta la storia in Lombardia, è firmata dal trio ABC: Marco Alessi, Piero Bodrato e Fabio Campus. La confezione è televisiva ai massimi livelli, per quanto ben curata: scene e costumi belli quanto fasulli, interni in prevalenza sugli esterni, con luci alte, recitazioni e dialoghi simil-teatrali; nel cast Francesca Neri, Monica Scattini, Matthieu Carriere, Giulio Brogi, Vincenzo Alfieri e lo spagnolo semisconosciuto Sergio Muniz, assurto alla fama nei mesi precedenti per aver vinto un reality show (L'isola dei famosi). Muniz non è un attore, ma neppure se la cava malissimo; questo esordio in effetti gli sarà fortunato e la sua carriera sul set proseguirà negli anni successivi. Gasparini all'epoca girava mediamente un film tv all'anno; questo pecca di poca fantasia sia nella scelta della storia, come detto già ripetutamente portata al cinema e in tv (l'ultima volta nel 1971 da Vittorio Cottafavi, naturalmente per la Rai), che nella messa in scena, fredda nella sua ricerca di pulizia e ordine. Due episodi di novanta minuti ciascuno, appositamente per la trasmissione in due puntate. 2,5/10.
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