La recensione su Sharknado

di undying

5 stelle

Un fumettone privo di ogni logica ma diretto con molta professionalità da Anthony Ferrante. Le suggestive scenografie sopperiscono alla follia dello script e nonostante i tanti difetti (ed errori) alla fine questo Sharknado diverte.

Sulla costa di Santa Monica si manifesta un violento tornado, ribattezzato David. Una indefinita quantità di squali viene proiettata lungo le strade allagate di Los Angeles. Qui Fin (Ian Ziering), un surfista titolare di un bar sulla costa, accompagnato dall'amico Matt (Chuck Hittinger) e dalla dipendente Nova (Cassandra Scerbo), parte in difesa della moglie April (da cui sta divorziando) e dei figli. Intanto la situazione precipita, quando i tornado (assieme agli squali) si moltiplicano.

"Pensavo che Los Angeles sarebbe stata distrutta da un terremoto, o da una pioggia di meteoriti. Dalla peste nera, dagli zombi. Ma dagli squali... questo mai!"

Produzione Asylum destinata alla televisione per il canale Syfy. Una delle tante, solitamente indifendibili, boiate sui pescecani. E anche in questo caso non è possibile, non ci si riesce nemmeno con le più buone intenzioni, prendere seriamente una sceneggiatura così delirante e piena di mancanze. Come seguire con attenzione un film dove gli squali girano per le strade allagate mentre le macchine sono in corsa? O che presentano personaggi che -Pinocchio docet- se ne stanno all'interno, nella pancia di un pescecane, per essere poi tratti in salvo (come è meglio non dire). E dei pirotecnici balletti in elicottero, a ridosso dei tornado, che dire? Ecco, tutto questo delirio è da attribuire allo script di Thunder Levin, sceneggiatore in grado di mettere -nero su bianco- una idiozia dietro l'altra, senza soluzione di continuità.

Detto questo, che sta sotto agli occhi di tutti, vanno spese due parole in positivo. Intanto l'idea alla base del film non è così banale, e le sequenze con cielo coperto da nuvole e pioggia battente non solo hanno una sua ragion d'essere ma sono pure altamente suggestive. Inoltre il regista Anthony Ferrante (che poi metterà mano anche ai numerosi sequels) dimostra una certa dote come già aveva fatto intuire nella sua opera prima (Boo - Morire di paura, 2005). E anche se non mancano grossolani effetti speciali, alcuni momenti di CGI appaiono decisamente sopra alla media delle produzioni Asylum. Come che sia, il film riesce a divertire e ottiene un discreto successo tanto da garantire qualcosa come cinque seguiti.