Regia di Peter Sullivan vedi scheda film
La poca fantasia del titolo sconcerta solo per pochi istanti. La robusta struttura di questo thriller di Peter Sullivan, considerato forse ingiustamente opera minore, prende subito quota.
Il film affronta un tema tanto doloroso quanto attuale, quotidiano: la violenza sulle donne, questa volta, ancora una volta, tra le mura domestiche.
Andrew Bennett (Ivan Sergei) è un "fireman" violento e imprevedibile, che picchia sua moglie Alexandra (Emmanuelle Vaugier),
anche in presenza della figlia Rachel di sette anni.
Dopo l'ennesima sfuriata e una buona dose di botte, Alexandra decide di fuggire con la piccola Rachel, in una sera di tempesta, su una piccola imbarcazione lungo il fiume che scorre a due passi dalla loro casa.
Inutili le ricerche da parte della polizia fluviale e dei colleghi pompieri di Bennett, le due donne sono svanite nel nulla.
In realtà, Alexandra si è rifatta una vita, ora si chiama Stephanie, a Palm Springs, e Rachel ora è Sage. E ha diciassette anni.
Sono infatti trascorsi dieci anni, dalla loro scomparsa, Alexandra si interessa di vendite di immobili di lusso, ed è quasi fidanzata con Greg Sloan (Thomas Calabro), vice direttore del Museo locale.
L'invasione di opossum nella soffitta della casa dove Bennett è rimasto a vivere, fa ritrovare all'operatore addetto alla disinfestazione una misteriosa cassetta contenente le prove che Alexandra aveva organizzato la fuga per tempo.
Bennett assume un investigatore privato, che rintraccia agevolmente Alexandra a Palm Springs, e scopre che la donna ha incassato 250.000 dollari di una polizza assicurativa.
Bennett uccide l'investigatore per eliminare ogni traccia dei suoi movimenti, quindi si reca a Palm Springs per spiare Alexandra, Rachel e anche il malcapitato Greg.
Il ritmo del film è sostenuto, senza cali di tensione, tra risalite mozzafiato in funivia, con paesaggi straordinari anche in notturna, appostamenti, violazioni di domicilio per nascondere micro telecamere che Bennett ha sottratto al malfatato investigatore, e ancora l'uccisione di un'altra testimone scomoda, Lynn (Elisabeth Rohom), amica di Alexandra. Infine, la segregazione di Alexandra e Rachel in una vecchia miniera abbandonata.
E inevitabilmente Bennett precipita dalla cabina della funivia e trova la morte.
Gran parte del film è sulle spalle di Ivan Sergei, in forma smagliante, gli altri attori appaiono meno motivati, forse Sullivan avrebbe potuto affiancargli qualche volto più noto, anche se sarebbe stato comunque difficile arginare la foga del "fireman" violento e assassino.
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