Regia di John Little vedi scheda film
non mi ci sono mai voluto accostare a bruce lee, e ne ho approfittato di questo documentario per.... conoscerlo un pò attraverso le sue parole. devo dire che mi è risultato simpatico. ed è pure stato una sorpresa, piacevole. il documentario fa un pò la sua storia e parla soprattutto del film "game of death", l'ultimo. parla della leggendaria tutina gialla riproposta ormai dal mitico kill-bill, come di una divisa di non affiliazione. tutto l'esercizio, tutta la sua vita e la sua arte era destinata a non avere nessuna via come via e nessun limite come limite. lui non voleva camminare sugli steli d'erba come in un film di king-hu, talmente leggero da non piegarli. voleva che i combattimenti sembrassero i più veritieri possibili e che i colpi sembrassero andare a buon fine, stendendo l'avversario. ad un intervistatore continuava a ripetere: "svuota la mente, sii acqua". l'acqua si adatta a qualsiasi cosa, ma non si può contenere. bruce lee manteneva questo mantra dentro di sè per non avere stile, ma combatterli tutti, depistando l'altro e metterlo a terra davvero e non solo come pratica od esercizio. le due o tre scuole che aveva aperto negli stati-uniti, salvo poi chiuderle tutte, avevano attirato ovviamente molti occidentali e anche futuri divi come chuck norris o karim abdul jabbar, scatenando l'ira dei connazionali che pretendevano insegnasse solo ad orientali. nel film non si fa cenno alla sua morte. si parla attraverso le sue parole, dell'uomo, dell'atleta e dell'artista, che cercava di evadere dalla routine degli addestramenti, dei concorsi e dei film così come una flessibile canna di bambù può diventare un'arma per destabilizzare l'avversario.
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