Samantha è una ragazza che dopo una festa da ubriaca ha un rapporto sessuale con uno sconosciuto. Da qui, per lei inizia un vero calvario: dal giorno dopo il corpo di Samantha inizia a marcire, a decomporsi, senza che lei possa arrestare il processo.
Fin dal momento in cui la vicenda ha inizio, percepiamo una sensazione palpabile di angoscia e claustrofobia. Non è solo il processo inarrestabile che il corpo di Samantha subisce a inquietare*; un vero senso di desolazione nasce dalla solitudine in cui la ragazza è immersa. Samantha non riesce a trovare aiuto né conforto in nessuna delle persone che la circondano, che la frequentano spesso per interesse o perché vogliono qualcosa da lei, se non altro portarsela a letto. Con la madre ha un rapporto conflittuale; con la fidanzata quasi ex il dialogo è freddo e impersonale; nessuno degli amici che frequenta sembra volerla davvero aiutare. Il sesso che si concede (o che le viene imposto) in un momento di svago assume il valore di un peccato imperdonabile, nonché la goccia che fa traboccare un vaso già colmo: la spinta decisiva verso un baratro che sembrava già spalancarsi di fronte a lei prima che il dramma accadesse. Contracted è un horror dalle sfumature esistenzialiste che prende alla gola, che riesce a trasmettere il senso dell’orrore delle cose reali e delle cose che non si possono spiegare.
*Il film fa parte del sottogenere “body horror” che ha come tema cardine la trasformazione repellente del corpo; in questo caso, la trasformazione fisica di Samantha è sicuramente una delle più impressionanti che si siano viste, almeno di recente, dietro a uno schermo.
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