Espandi menu
cerca
Sapore di mare

Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film

Recensioni

L'autore

maso

maso

Iscritto dall'11 giugno 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 178
  • Post 3
  • Recensioni 840
  • Playlist 186
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Sapore di mare

di maso
8 stelle

Brillantissima idea dei Vanzina di rievocare certo cinema popolare degli anni sessanta raccontando l'estate a Forte dei Marmi di una compagnia di ragazzi legati dall'amicizia l'amore e la spensieratezza della gioventù concedendo anche un significativo spazio alla descrizione del rapporto che li lega alla vecchia generazione cioè ai loro genitori fra i quali si staglia la figura di Adriana, quarantenne annoiata e preoccupata dalle prime rughe della vecchiaia che ha il volto della affascinante Virna Lisi anconetana DOC.

La ricostruzione di quegli anni così mitizzati e decantati da gente come Minà ed il mio vecchio è da lacrima sul viso con i successi da classifica che risuonano alla mia età come 45 giri appena inseriti nel piccolo portatile da pic-nic ancora in uso quando il film uscì nelle sale, mi vien da dire ma che colpa abbiamo noi se questo film ci piace così tanto da non poter fare a meno di rivederlo tutto d‘un fiato ogni qual volta lo ripropongono, sarà che suscita brividi alti come vatussi capaci di far rivivere in un solo momento un anno d’amore, una carezza in un pugno o il cielo in una stanza, abbronzatissimi sotto i raggi del sole.   

Vanzina viene spesso tacciato di fare un cinema di facile usofrutto per incassi natalizi e ferragostiani eppure le sue immagini in molte occasioni fanno presa per la loro semplicità ben amalgamate con la musica creando uno stato umorale nello spettatore di sicuro effetto, è questa la carta vincente soprattutto di questo film in cui rispetto ai suoi esordi con Abatantuono ed i Gatti di vicolo miracoli ha curato la fotografia e cosa ancor più importante una sceneggiatura semplice e lineare, non ultima in ordine di importanza è la selezione di un gruppo di attori della nuova commedia all’italiana che non poteva certo reggere il confronto con i vari Sordi e Manfredi ma ebbe comunque il merito di riempire gli spazi vuoti con apprezzabile e genuina passione: Jerry Calà è il capobanda con la sua verve comica aggressiva e l’aria da rubacuori che sfrutta al meglio la simpatia più che il fascino, con lui si accorda alla perfezione Cristian De Sica nel ruolo del fratello maggiore sbruffone e bauscia, intorno a loro sono di grande impatto visivo per i miei gusti di maschio italicus allupatus tre bellezze che vissero come stelle cadenti nel cinema degli anni ottanta per poi prendere strade diverse, la bellissima Karina Huff nella parte dell’inglesina tutto pepe che catalizza gli occhi degli avventori alla Capannina con i suoi balli scatenati e la sua sessualità “aperta” che fa contrasto con i caratteri più all’antica  delle nostre bellezze in erba Isabella Ferrari nel ruolo di Selvaggia, bionda e nordica e Marina Suma, mora e meridionale, entrambe indaffarate con il primo amore.

Raccontato dalla voce immortale di Pino Locchi il film gode di momenti felicissimi e di tante istantanee ormai diventate classiche nella storia del nostro cinema: il bel piano sequenza sui ragazzi in spiaggia al tramonto intorno ad una chitarra mentre Selvaggia in primo piano è immersa nelle sue turbe adolescenziali causate da Gianni che sembra aver perso la testa per Adriana, la Huff e Calà che per alleviare la noia si fanno una bella pipa riempita con un granello di pot che a detta di Susan ti fa sentire bene, l’estate che se ne va con quegli ombrelloni chiusi sotto un cielo grigio da cui comincia a scendere una malinconica pioggia che si mescola alle lacrime di Marina, perché l’amore a quella età è tanto bello quanto impalpabile racchiuso in un granello dei sabbia salata.

Il flash forward finale che sposta avanti di venti anni le vite dei protagonisti è uno scorcio nostalgico che commuove i giovani che vedono il film oggi e molto di più noi che ci siamo invecchiati vedendolo: sulle note di una canzone bellissima come Celeste Nostalgia di Riccardo Cocciante è facile intravedere negli occhi di Marina Suma e Jerry Calà il ricordo di quell’estate che li ha visti così vicini e il sapore di sale di quelle lettere che lui non gli ha mai scritto nonostante sia sempre la più bella.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati