Regia di Peter Del Monte vedi scheda film
Da Notte prima degli esami a Una donna per amica, il cinema italiano s’è spesso rifugiato in titoli che omaggiano brani di musica pop. Canzonette. Peter Del Monte, autore segreto, timidamente appartato nei salotti romani, al contrario cerca da sempre un passo differente dalla prosa commerciale: per questo il titolo è un verso di Alda Merini, per questo nel suo film non si racconta una storia, ma si registrano i brevi incontri tra le esistenze, il caotico scontro tra i mondi. Una scrittrice borghese a cui piace il rumore del mare, una bimba dalle origini oscure, un taciturno adolescente membro di un’innocua baby gang. Del Monte, con una regia piana che osa quadri antonioniani, segue i personaggi per cogliere quel che sta oltre la superficie, il caos dei sentimenti trattenuti, le forze che non affiorano, e mette come sempre in dialogo il non detto e il pedantemente letterario, non riuscendo a trovare l’abituale misura: i personaggi sono macchiettistici anche nel loro mistero, gli impliciti sono incapaci di interessare lo spettatore. Ne esce un film fallimentare, che difenderemmo per la sua cocciuta poesia, per il suo andamento non convenzionale, per l’idea di cinema fuori moda, se solo riuscisse a essere intimo e pudico e non banalmente involuto, se solo avesse un gusto antico e non di stanca maniera. E se solo non avessimo amato il cinema di Del Monte.
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