Regia di Robert Wise vedi scheda film
Il western del poliedrico Robert Wise punta tutto su Robert Mitchum. Un attore all’epoca non ancora sfruttato al meglio, e addirittura sottovalutato secondo il parere di molti critici, è qui al servizio di un regista in continua ascesa che attraversando i generi cinematografici apporta un valore aggiunto di profondità di contenuti aiutando lo sdoganamento di tali generi, cosa che avverrà compiutamente e irreversibilmente solo tra i ’60 e i ’70. Il personaggio di Mitchum dopo aver capito le reali intenzioni dell’amico Riling si schiera con i Lafton e in un complicato giro di intrighi arriverà a duellare con le menti del piano criminale tra cui l’ex amico. Questo duello ambientato tra il fitto notturno di un bosco è reso affascinante dalla fotografia di Musuraca. Ma tutte le scene notturne hanno un fascino particolare, piene di ombre e di tagli di luce significativi per un western. L’eredità importata dagli espressionisti si vede anche nei lavori di Wise, in cui incide fortemente anche l’esperienza wellesiana di “Quarto Potere” con quelle riprese dal basso, i soffitti che schiacciano. Maestro del montaggio, Wise sa come calcolare i tempi del genere più cinematografico che esista e restituirli perfetti nella confezione finale. Tra gli attori oltre a Mitchum, anche quel Walter Brennan fordiano che porta con sé tutta una tradizione. Un film infatti che non s’allontana troppo dalla maniera western più classica, ma che nei contenuti, qui il dubbio scespiriano del Jim Garry di Mitchum, e in alcune idee estetiche, sa attraversare trasversalmente i rigidi schemi del genere.
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