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Something Good

Regia di Luca Barbareschi vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Something Good

di John_Nada1975
3 stelle

Della non troppo nutrita serie: lodevole per certi versi lo sforzo di uscire e fare qualcosa di diverso dall'asfittico "menù offerto dalla casa unica" imperante e monolitico, nel cinema italiano anni 2000. Purtroppo parecchio meno elogiabile, il risultato.

Barbareschi poi non si e mai capito se sia davvee9 un buon attore e bravo uomo di cinema, ma certamente è uno dei più grandi paletti dello spettacolo italiano extra -e non- coniugale, oltre che per non il non essersi fatto mai mancare proprio nulla come nella famosa canzone di Jovanotti, fin dalle parlamentari destrorse più devote e religiose a Maria, ma po(rco)ttone, nella sua forse poco gloriosa ma molto vogliosa carriera politica con il Maestro Berlusca.

Luchino è quindi un qualcosa che si situa a metà tra il Rocco nazionale e Omar Galanti, forse appena sopravanzando in salsa da "stantuffo kosher"-(e nel film c'è all'inizio in brevissima amicale partecipazione un altro stantuffone kosher per attrici di teatro in cerca d'ascesa, però nano-"mini", Alessandro Haber)-Andrea Nobili e Roberto Malone.

Non perde quindi occasione il Luchino(o Lucone sarebbe meglio dire, a questo punto[?]) di farcelo sapere e ben ribadire tra una scena a letto e l'altra del suo Matteo/"Mercury"(ahahaha, il film ha avuto persino un Nastro d'Argento ai costumi per dargli almeno un premietto dè nostri "fra compari", ad una Milena Canonero ormai passata da Kubrick e De Palma a Barbareschi), nerovestito Armani.

Superpagato professionista anima nera redenta, delle frodi alimentari-,con super escort da 5000yuan a notte in albergo di lusso e nessun nome vero da dire alla battona di livello, o di follia amorosa con la bella protagonista, una ristoratrice cinese interpretata da una nota attrice del cinema di H.K.;  il tutto in questa sua imitazione registica dalla scarsa visibilità distributiva di un modello manniano già scoppiato di suo, ovvero quel"Blackhat" emulato per preziostica ambientazione hongkonghese para-poliziesca, e fiammeggiante romanticismo esasperato da baci Perugina, però appesantita da troppe ingenuità di trama che almeno in questo lo apparentano alle fiction TV nostrane, di cui sempre il nostro paletto nazionale è un campione del circolo magico delle produzioni, oltre che in teatro. 

Proprio perché uomo di teatro dal lungo corso e dalla esperienza pluritrentennale con autori anche importanti quali Mamet e Beckett, non si capisce come possa non essersi accorto di dirigere oltre che scrivere, produrre, e quant'altro, un simile feuilleton per rivolgimenti quanto mai indescrivibili che siano, per meccanicità, didascalismo e ruffianeria della trama.

Nonostante l'ambientazione hongkonghese e lo spunto che sarebbe potuto anche essere interessante in ben altre mani registiche e di sceneggiatura, incentrato su alcuni ricchi professionisti mondiali della sofisticazione alimentare per grosse compagnie multinazionali e organizzazioni umanitarie, e i diversi attori asiatici presenti-di titoli anche grandi del poliziesco d'azione della Cina cantonese-, le (poche) scene d'azione sono solo abbozzate e risolte con dei colpi ravvicinati di pistola al silenziatore in scene fisse.

Al cinema ha trovato ampi finanziamenti per essere girato con mezzi, attori, ambientazioni internazionali interamente in Cina, certo molto lontano dalla chiusura di visione a scatole da scarpe, della coeva(2013) commedia italiana alla Checco Zalone.

In sala però a differenza delle stra-imperanti commedie ridanciane italiche, le regie di Barbareschi non hanno mai adeguata distribuzione, e ancora meno spettatori.

Alcuni dialoghi sembrano scritti da un Federico Moccia che strizza l'occhio a complottismi vari, mentre le davvero singolari recensioni positive per una simile boiata possono essere scritte solo da amici di Barbareschi, o da tesserati del Teatro Argentina, in vista di uno sconto per la stagione.

 

John Nada

 

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