Regia di Alessio Maria Federici vedi scheda film
Per sfortuna che ci sei diventa il più perentorio Stai lontana da me: niente giochi di parole per il remake nostrano della commedia francese del 2010, che tenendo fermo il presupposto - lui ama lei, ma se le sta accanto la impesta di sfiga - cambia faccia (ugualmente paciosa) all’untore e lavoro alla dolce (e dolorante) metà. Lui, Jacopo/Brignano, infallibile terapista di coppia, per la legge del contrappasso distrugge la vita di ogni sua partner, tra roventi incidenti con le piastre a induzione e sconcertanti allergie scatenate da un bacio; lei, Sara/Angiolini, grintoso architetto, si innamora perdutamente e non si cura degli assurdi incidenti in cui incorre. Sono solo coincidenze, si ripete per non guardare in faccia la realtà, e noi vorremmo pensare lo stesso: non ci spieghiamo altrimenti la scelta di un prodotto transalpino dimenticabile e la programmatica ripetizione degli stessi motivi d’indifferenza. Tra meste situazioni d’imbarazzo (l’immancabile ascensore bloccato con conseguente siparietto-scandalo davanti ai preti) e romanticherie che non sconvolgono per freschezza né coinvolgono per autenticità (il primo appuntamento è un videoclip girato col pilota automatico, i seguenti sono innocue incursioni meno ritmate nel demenziale), i protagonisti provano a farne una questione di feeling. Innescano con gli sguardi la molla della simpatia epidermica, tirano le battute più tediose per i capelli, si stirano i muscoli tentando di stare dritti in un’auto che perde le ruote come in una casa cui crepa il soffitto. Stavolta sono sfortunati.
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