Regia di Luigi Capuano vedi scheda film
Il fatto che nel solo 1964 uscissero ben cinque pellicole a firma Luigi Capuano è già un ottimo biglietto da visita per il regista, un dato di fatto che spiega senza bisogno di troppi giri di parole gli standard qualitativi usuali per Capuano. Fra i titoli già arrivati in sala in quegli ultimi mesi c'era stato anche un altro Sandokan (Sandokan alla riscossa), anch'esso tratto dai romanzi di Salgari e altrettanto raffazzonato di questo film, insignificante mix di azione ed esotismo. Ray Danton, Franca Bettoia, Guy Madison e Mario Petri sono i nomi principali sul cartellone: un'altra constatazione che la dice lunga, un'altra ammissione degli scarsi mezzi a disposizione della produzione; va notato per lo meno il nome di Carlo Rustichelli impegnato nella colonna sonora, comunque non proprio esaltante. La sceneggiatura è opera del regista e di Arpad DeRiso. Sandokan, la tigre di Mompracem era uscito l'anno precedente, per la regia di Umberto Lenzi, ottenendo un analogo, blando successo al botteghino; per oltre una decade non si sentirà più parlare dell'eroe salgariano sugli schermi nostrani, fino alla ricomparsa - stavolta trionfale - con le sembianze di Kabir Bedi nello sceneggiato televisivo del 1976 diretto da Sergio Sollima. 2,5/10.
La bella Samoa, donna di Sandokan, viene rapita e ipnotizzata dal terribile bandito detto "il leopardo di Sarawak". Ma Sandokan ha la ferma intenzione di salvare Samoa e vendicarsi.
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