Regia di Zak Hilditch vedi scheda film
Perth, Australia, oggi. James lascia la ragazza da cui aspetta un bambino per fuggire verso l'interno, lontano dalla catastrofe planetaria che raggiungerà le coste del continente oceanico dopo aver già devastato l'intera superfice terrestre. Lungo il tragitto che lo conduce ad una festa a base di droga e sesso dove cerca di trovare sollievo all'ansia che lo assale però, fa un incontro inaspettato e sorprendente che cambierà il senso della sua vita e delle sue ultime ore sulla Terra.
Frutto di un impegno economico limitato (2.5 milioni di dollari grazie al supporto dello Screen Australia's Springboard) e di un soggetto apocalittico che in tempi di crisi sembra essere il facile ripiego di artisti ben più navigati ('Melancholia' - 2011 - Lars Von Trier, '4:44 Last Day on Earth' - 2011 - Abel Ferrara), il giovane Zak Hilditch ci mostra il prevedibile campionario di un'umanità alla deriva che si confronta con la più terribile e irrazionale della paure escatologiche: la Fine del Mondo.
Se è vero che l'originalità del format e delle tematiche trattate richiamino alla mente gli incubi letterari sulla discesa agli inferi (e ritorno) con tanto di moccioso al seguito meglio affrontati altrove ('The Road' - 2009 - John Hillcoat tratto dall'omonimo romanzo di Cormac McCarthy ) piuttosto che la prevedibile scelta di campo tra i bagordi epicurei dei festanti dell'ultima ora e il percorso di riscatto e redenzione di un uomo messo di fronte alla fragilità e inutilità della propria esistenza, il film di Hilditch cerca di trovare nella abbacinante e irreale luminescenza del paesaggio australiano e nelle suggestioni eclittiche di uno scontro tra mondi quale tacita minaccia incombente, la misura della disperata corsa verso quel 'Punto Zero' a cui convergono inevitabilmente le paure e la disperata rassegnazione che echeggiano dalle parole dell'ultimo e irriducibile speaker radiofonico sulla faccia della Terra ('Vanishing Point' - 1971 - Richard C. Sarafian).
Vanishing Point (1971): Barry Newman e Karl Swenson
Cinema dei buoni sentimenti dove l'apparente nichilismo finale nasconde in realtà le insidie di una inaspettata riappacificazione familiare (la bambina,la fidanzata, la madre ed infine la donna amata e per giunta incinta) o la riscoperta di una insospettabile responsabilità genitoriale, è in realtà il buon viatico di un giovane cineasta che si affaccia nell'affollato e competitivo mondo delle produzioni cinematografiche mainstream con il suo bravo biglietto da visita e le giuste referenze per rivendicare qualcosa di più che i soli 15 minuti canonici di notorietà catodica.
Nomination alla 'Camera d'Or' al festival di Cannes 2014 e premio come miglior attore (?) per Nathan Phillips al Sitges - Festival del Cinema Fantastico della Catalogna.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta