Regia di Luigi Capuano vedi scheda film
Film di questa risma si potrebbero risolvere tutti in una manciata di secondi; nel caso specifico, la scena probabilmente 'clou' e che meglio interpreta lo spirito (e le possibilità concrete) con cui Sandokan alla riscossa è stato intrapreso è quella in cui il protagonista lotta contro una tigre: vediamo un uomo abbracciato a un grosso felino stordito, che blandamente cerca invano di accasciarsi, poi una coltellata a un peluche gigante e Sandokan che se la ghigna, trionfante. Imbarazzante, certamente, ma di più non si poteva pretendere dati i mezzi a disposizione e il non eccelso mestiere di Capuano. A complicare la situazione ci si mette un cast semianonimo nel quale spiccano Franca Bettoia, Guy Madison, Ray Danton e Mario Petri; la colonna sonora (insipida) è però di Carlo Rustichelli e della fotografia si occupa il futuro regista 'da viaggio' (di film esotici a bassissimo costo) Adalberto Bitto Albertini. Riprendendo il personaggio salgariano e il modesto successo di Sandokan, la tigre di Mompracem - uscito qualche mese prima per la regia di Umberto Lenzi - Capuano e il suo co-sceneggiatore Arpad DeRiso imbastiscono alla bell'e meglio una storiella di avventura e buoni sentimenti su sfondo superesotico. Neanche a dirlo, il risultato è piuttosto scadente, anche per quanto riguarda componenti essenziali quali ritmo e azione. Immediatamente dopo, il regista licenzierà un semi-identico Sandokan contro il leopardo di Sarawak (1964). 2,5/10.
Il pirata Sandokan scopre di essere erede al trono di Sarawak, usurpato da alcuni banditi senza scrupoli. Ecco quindi che, con la complicità del fido Yanez, il nostro eroe progetta la riconquista del suo regno.
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