Regia di Nini Salerno vedi scheda film
Il solo fatto che Ninì Salerno abbia scritto e diretto un film è una provocazione e una sfida nei confronti del buon gusto; eppure ciò è successo, nel 1983, e il misfatto si è addirittura ripetuto nel 1996 (Non chiamatemi papà). Per fortuna Salerno si è ritagliato solo un ruolo di co-protagonista (averlo come perno del film sarebbe stata - diciamo così - una scommessa troppo complicata da affrontare), facendosi affiancare da varie spallucce e faccette più o meno insignificanti del cinema e della tv di quegli anni: dall'Abatantuono spagnunciello (terrunciello di origini ispaniche) a Sidney Rome, con comparsate degli amici Franco Oppini e Don Lurio. La storia praticamente non esiste e le battute sono di un livello decisamente infimo. Prodottino di nicchia già alla sua uscita.
Disavventure della folle famiglia di un dentista, con figlia saccentella, genitori hippy tossicodipendenti e moglie americana che vince un concorso in tv e si vede recapitato a casa il suo cantante preferito. Che progetta la fuga con lei.
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