Regia di Philippe Garrel vedi scheda film
La gelosia è quell'ora e un quarto che ti sembrano il doppio, tutta indugi, silenzi, attenzione ai dettagli - una mano, un oggetto lasciato in disordine - e un evocativo bianco e nero che fa tanto cinema d'essai. Ma dietro tutto questo lavoro di maquillage c'è solo l'ossessione che divora il cinema di Louis Garrel: quella del tradimento.
La gelosia è quell'ora e un quarto che ti sembrano il doppio, tutta indugi, silenzi, attenzione ai dettagli - una mano, un oggetto lasciato in disordine - e un evocativo bianco e nero che fa tanto cinema d'essai. Ma dietro tutto questo lavoro di maquillage c'è solo l'ossessione che divora il cinema di Louis Garrel: quella del tradimento (ribadirà la sua tendenza nel successivo L'uomo fedele). La sostanza è fuffa: c'è un attore di teatro male in arnese (Garrel figlio), con bambina petulante al seguito avuta da una precedente relazione, che ama un'attricetta in ascesa (ascoltate la voce originale di Anna Mouglalis e non faticherete a capire perché). Lei lo ricambia rimorchiando sconosciuti nei locali notturni, lo lascia e lui tenta il suicidio, senza riuscirci. La sorella va a trovarlo e la pellicola finisce. Ohibò.
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