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La gelosia

Regia di Philippe Garrel vedi scheda film

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La recensione su La gelosia

di laulilla
8 stelle

Riproposto di recente, a Fuori Orario, questo bel film è un' indagine quasi scientifica sulla gelosia, non solo amorosa, cagione di infelicità e di tormenti non facilmente evitabili, tradotta nelle bellissime immagini in un bianco e nero ricco di sfumature...

La gelosia, di Philippe Garrel, presentato a Venezia nel settembre 2013, nonostante la buona accoglienza internazionale, era arrivato nelle nostre sale con l'abituale ritardo: non è facile distribuire un film insolito per brevità (77 minuti), assenza del colore - che gli conferisce di per sé l’aura del film d’autore - oltre che per la complessità del contenuto, percepibile, però dallo spettatore attento che non si lasci fuorviare dall’esilità della storia raccontata.

 

Il regista narra una vicenda abbastanza comune: Louis (Louis Garrel) lascia Clothilde (Rebecca Convenant), che gli ha dato la piccola figlia Charlotte (Olga Milshtein), perché si è innamorato di Claude (Anne Mougalis) in modo “definitivo”, cioè con una tale profondità da non ammettere ulteriori possibilità di innamorarsi.

I due vanno a vivere insieme, ma il loro rapporto non funziona, compromesso con ogni probabilità dalle condizioni di povertà a cui la crisi economica li condanna: sono entrambi attori teatrali che non riescono a realizzarsi nel lavoro: lui si accontenta, pertanto, di piccoli contratti a tempo, assai poco pagati; lei, purtroppo, non ottenendo neppure quelli, dovrebbe rinunciare al teatro e percorrere altre strade, ma preferisce, infine, gli agi che un affermato architetto è disposto a offrirle: una bella casa, una posizione sociale più accettabile. La svolta della loro storia porta alla disperazione Louis, che tenta il suicidio.

 

 

 

 

Come si vede, si tratta di una storia triste e non molto originale. Originale è, invece, il modo del racconto, che, pur nella sua brevità, analizza la complessità della fenomenologia amorosa, collegandola a quell’esigenza di possesso totale dell’essere amato, espressa con lucidità da Louis, ma presente in ogni forma di rapporto amoroso: la gelosia non riguarda, infatti, solo i due amanti, ma coinvolge circolarmente tutti i personaggi del film.

 

Clothilde, che ha imparato da tempo a sacrificare le proprie aspirazioni per tenere insieme la famiglia,  svolgendo un lavoro che non le piace, ora che Louis se n’è andato è gelosa del rapporto di complicità un po’ speciale che la piccola Charlotte riesce a stabilire con Claude, dal quale capisce di essere esclusa (la scena del ritorno a casa di Charlotte col berrettino di Claude è davvero struggente e ci dice molto del suo dolore silenzioso e della sua estraneità inevitabile rispetto a una parte della vita della sua bambina).

A sua volta la piccola è gelosa del suo papà, che ama profondamente, ma che comprende esserle lontano, legato probabilmente, oltre che a Claude, anche a un passato familiare troppo lontano da lei nel tempo (l’evocata apparizione del vecchio padre di Louis sembra creare un gioco di specchi col presente: la gelosia del piccolo Louis, allora, era della stessa natura di quella di Charlotte, oggi).

 

Amore e gelosia sembrano sempre e comunque inseparabili, dunque, che si tratti di amore tra amanti, o tra parenti, ciò che è cagione di tormento e di infelicità.

Il film ci dice, perciò, che una parte di noi non può che appartenere solo a noi stessi, sottraendosi a qualsiasi desiderio di possesso assoluto dell’altro, a qualsiasi indagine sul passato e sui recessi più nascosti del cuore: l’amore necessario e definitivo, sognato da Louis, nel suo bisogno di rassicuranti certezze, non può esistere e ha quasi il carattere di una malattia.


In conclusione, l’atteggiamento distaccato di Claude, capace di amare solo in un presente che continuamente si possa riproporre come scelta, senza fantasticare sulla sua eternità nel futuro, pare essere paradossalmente il più utile alla durata del rapporto amoroso. Un piccolo film, che unisce, come meglio è impossibile, l'esprit de géométrie con l'ésprit de finesse!

 

 

 

 

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