Regia di Philippe Garrel vedi scheda film
Basta poco per fare un bel film ultimamente e quel poco si chiama “storia”. Un po’ fordianamente (e chi mi conosce sa che sono un fanatico del suo “storia, storia, storia”) ritengo che per appassionare lo spettatore serva sempre un racconto che sia in grado di prendere per la pancia e suscitare emozioni: rabbia, gioia, dolore, tristezza, indifferenza. E Jealousydel maestro Philippe Garrel riesce proprio nell’intento di attaccare alla sedia per capire come va a terminare quello che a tutti gli effetti è un triangolo amoroso tra un giovane attore, un’attrice un po’ più matura e la recitazione stessa. Sono molteplici le spiegazioni che potrebbero darsi sulle scelte dell’abbandono di lei: incapace di ritornare a lavorare ed ottenere un ruolo che la porti in scena, non vive di fatti di buon occhio l’impegno (poco redditizio) di attore del compagno e opta per la più comoda delle soluzioni, scappando via con chi forse può permetterle di ritornare sotto i riflettori.
In un lancinante bianco e nero che lascia alla fantasia il compito di colorare i luoghi e i tempi dell’azione, Jealousy si muove per non detti piuttosto che per palesi dichiarazioni d’intenti, asciuga la prova degli attori protagonisti e la riduce all’essenziale, facendo dei loro corpi veicoli per sentimenti e, come suggerisce il titolo stesso, gelosie. Niente colpi di scena, urli, litigi o inseguimenti: la parola e la discrezione sono il mezzo con cui Garrel si muove concretamente.
Vagamente ispirata alla storia autobiografica dello stesso regista, Jealousy ha il pregio di non perdersi in sottolineature forzate e di rimanere sempre un passo indietro allo spettatore, chiamato ad immaginare e a ricostruire sequenze e comportamenti. Louis Garrel e Anna Mouglais sono artefici di due personaggi di non facile lettura, che nonostante un’apparenza piatta lasciano trasparire due animi inquieti, vissuti e destinati a dover prendere in mano la propria vita, scegliendo l’una la fuga verso un’esistenza più comoda e di comodo e l’altro la via della rinascita attraverso gli affetti ad egli più cari: famiglia (sorella e figlia) e lavoro. Dopotutto, nel minimalismo di uno sguardo che il protagonista Louis scambia con una collega, rimane sottinteso che per l’amore e le gelosie ci sarà tempo.
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