Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
Metto le mani avanti: non voglio assolutamente dire che "Arrivano i gatti" sia un bel film. Però bisogna ammettere che un suo fascino, oserei dire postumo, ce l'ha. Il film di Vanzina con i Gatti di Vicolo Miracoli è lontano dalla volgarità della commediaccia, imperante tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli anni ottanta. Purtroppo, manca la consistenza quasi sociologica che i cosiddetti "nuovi comici", più intellettuali (Verdone, Troisi, Benigni, Nuti) rispetto ai Gatti, hanno saputo inserire fin dai loro film d'esordio, ma c'è un velleitarismo ingenuo e una vena goliardica di stampo liceale che ricordano l'arte naïf, e fanno molta tenerezza. In più, c'è l'ambizione di ispirarsi a modelli "alti" (si veda il tormentone di Nini «la nostra comicità affonda le radici nel più puro spirito ebraico newyorkese»), pur nella consapevolezza, amara, che nel cinema italiano del periodo bisognava adattarsi a fare film come "La dottoressa del distretto ogni notte ci ha il vizietto de portà un alpino a letto". Il rifiuto della volgarità - anche se poi i quattro amici avranno successo, al party del produttore Bonivento, con il gioco delle puzzette - porterà ancora Nini ad esclamare, di fronte alla dottoressa seminuda, quasi sentendosi un novello Nanni Moretti di fronte al mito di Alberto Sordi o all'usanza del dibattito cinematografico: «eh no! la scena della doccia, per favore no!». E chissà quanto quei continui rimandi al cinema classico siano una captatio benevolentiae nei confronti dei critici, naturalmente mal disposti verso i quattro comici veronesi, piuttosto che un reale omaggio al cinema che amerebbero vedere e (avendone le capacità) fare: quando giungono alla Stazione Termini di Roma, l'altoparlante annuncia che è in partenza «quel treno per Yuma», mentre il dialogo con i turisti svedesi si svolge citando i titoli dei film di Bergman, finché il capofamiglia, di evidenti tendenze omosessuali, invita Umberto a fare una passeggiata verso «il posto delle fragole». Il tono del film è preannunciato, del resto, dalla canzone ("Verona beat" di Smaila) che si sente mentre scorrono i titoli di testa, il tono struggente di un periodo destinato a finire presto: dopo un secondo film, "Una vacanza bestiale", i Gatti si scioglieranno, vittime dell'immeritato successo personale di Jerry Calà. Nel cast si segnalano Diego Abatantuono, Orchidea De Santis, Ennio Antonelli e Ugo Bologna. (12 dicembre 2007)
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