Regia di Matt Shakman vedi scheda film
Don't bet your life.
Madamina, una frazione del catalogo è questa: dopo “Ohio” di Stephen Markley, “Montana 1948” di Larry Watson, “Arkansas” di John Brandon, i due “Nebraska” di Bruce Springsteen e Alexander Payne & Bob Nelson, “Michigan” e “Illinois” di Sufjan Stevens (gliene mancano solo 48, forza!), eccetera eccetera, tocca di nuovo al Montana, e per la precisione alla cittadina di 3.000 anime (comprese quelle “confinate” nel ghetto amerindo) di Cut Bank, la più fredda dello stato, dice il piedistallo dello spheniscide in calcestruzzo alto 10 metri piantato a benvenuto all’ingresso dell’abitato, e non stentiamo a credere alla cosa dato che il paesello della contea di (nomen omen) Glacier si trova sito al confine col Canada; e infatti, per l’occasione - vale a dire per questioni produttive -, lo stato dell’Oro y Plata è interpretato dal dirimpettaio - verso nord - Alberta (anche se i campi di colza mi hanno ricordato quelli di Busto Garolfo e Casorezzo, quest’anno in fiore anche a fine novembre).
[ ↑ Alberta (Montana), estate ↑ --- ↓ Casorezzo / Busto Garolfo, autunno/inverno ↓ ]
E proprio un lustro prima dell’Arkansas di Clark Duke ecco (pre-ri)creata la “coppia” formata da Liam Hemsworth (appropriatamente inespressivo) e John Malkovich (che con le interpretazioni importanti era fermo a un altro lustro prima, quello di “Changeling”, “Burn After Reading” e, se si vuole, “Red”, cui seguiranno l’ottimo “I Love You, Daddy” e i non entusiasmanti “Bird Box”, “Velvet Buzzsaw” e “the New Pope”), qui con l’aggiunta di un trio fenomenale qual è quello composto da Billy Bob Thornton (qui, più che in territorio Coen / “The Man Who Wasn't There”, si muove in zona Sam Raimi / “A Simple Plan” e Noah Hawley / “Fargo”, e quindi Coen…), Bruce Dern (in una repellente via di mezzo fra “Nebraska” e “the Hateful Eight”) e Michael Stuhlbarg (grandioso, come sempre: "AfterSchool", "A Serious Man", "BoardWalk Empire", "Blue Jasmine", "Arrival", "Call Me by Your Name", "the Shape of Water", "Fargo", "the Looming Tower", "Shirley"), e in più: Oliver Platt (in versione… Dale Cooper), Teresa Palmer, David Burke…
Il regista Matt Shakman [classe 1975, proveniente da una lunga carriera nella serialità televisiva di media (“It's Always Sunny in Philadelphia”, “House, M.D.”) ed alta (“Huff”, “Six Feet Under”, “Weeds”, “Mad Men”, “Fargo”, “Game of Thrones”) fascia] e anche lo sceneggiatore Roberto Patino (“Prime Suspect”, “Sons of Anarchy”, “WestWorld”) sanno quello che fanno.
Notevole fotografia "malickiana" (rosy-fingered dawn/sunset) di Ben Richardson, che proviene dalla Louisiana del “Beasts of the Southern Wild” di Benh Zeitlin e dal mumblecore di Joe Swanberg e che in Montana tornerà per “YellowStone” passando per il Wymoming di “Wind River”, entrambi di Taylor Sheridan, e dal Nebrska del “1922” di Zack Hilditch da Stephen King). Montaggio dei veterani Craig Wood e Carol Littleton. Musiche, minimalisticamente country e "anti"-nolan/zimmeriane, di James Newton Howard (tutto M. Night Shyamalan, e l’ultimo Malick di “A Hidden Life”).
Un’altra connessione con l’Arkansas di cui sopra è la presenza - qui in persona, e non reinterpretato - dell’Hank Williams, Jr. di… “Cut Bank, Montana”, in un’operazione similare solo nello spirito a quella filologica compiuta da Sean Penn con la “HighWay PatrolMan” di Springsteen per il suo “the Indian Runner”. E poi Marvin Gaye, Van Morrison, Fryderyk Chopin…
Producono Edward Zwick e Kilburn Media e distribuisce A24 (e Amazon).
- Com’è la capitale?
- Sporca, stressante, arrabbiata, solitaria, corrotta e cara.
- A lei piace?
- Io l’adoro!
* * * ¾ (****)
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