Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film
C'è stato il momento di Villaggio,quello di Pozzetto,di Celentano,di Boldi & De Sica,ma anche di Spencer & Hill,e ora il re di denari è Checco Zalone:l'uscita dei suoi film è attesa,comprensibilmente,dagli esercenti con trepidazione,ripagata,dalle cifre degli incassi del suo terzo film da protagonista."Sole a catinelle",ancora con una nota tra l'assurdo e il metereologico nel titolo,ha frantumato diversi record,e dovrebbe mantenere il primato di incassi lordi per un film italiano per qualche anno a venire.La storia stavolta vede un rappresentante,che è uno dei "sessanta milioni di imprenditori" nella visione berlusconiana dell'Italia e degli italiani di qualche anno fa,che vede la parola "comunista" come indicativa di una malattia gravissima,che si lascia andare a una rateizzazione pazza per mettersi in casa i beni di consumo più venduti e ambiti,quando inizialmente il lavoro gli va bene,per poi,in breve,ritrovarsi con l'ufficiale giudiziario in casa e quasi ogni cosa pignorata.Seguono matrimonio e vita familiare in malora,una vacanza promessa al figlio bravissimo a scuola,e portato in Molise dalla vecchia zia per spendere il meno possibile e un impensabile rilancio grazie al casuale incontro con una bella ereditiera,con figlio problematico.Il filmetto è balzano negli snodi di sceneggiatura che altrove dovrebbero essere necessari,ha passaggi tirati via,e si vede che tutto gioca per evidenziare la comicità di Luca Medici in arte Checco Zalone:a favore,qualche buona battuta,e la stringatezza della durata.Però rimane il dubbio se Checco Zalone c'è,o ci fa.Cerchiobottista politicamente,scorretto ma alla fine tradizionalista,vedi il finale conciliatorio,leggero come una gassosa,ed è inconfutabile che restino varie istantanee sull'Italia di oggi,certo,portate agli estremi,come vuole la commedia più riuscita.Ma,oltre la simpatia del pubblico che gli ha tributato presenze impressionanti,sembra che il cinema di Zalone e Nunziante sfiori gli argomenti "seri" ma senza
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