Regia di Andrew L. Stone vedi scheda film
Il secondo marito di Julie è patologicamente geloso di lei, al punto da farle sospettare che c’entri qualcosa con il suicidio (?) del primo, ma la polizia non può agire senza prove: così lei fugge da casa, si rimette a fare la hostess e fa perdere le proprie tracce. Discreto thriller con una Doris Day non ancora ingessata negli stereotipi da commedia, in un ruolo simile a quello che avrà in Merletto di mezzanotte. La trama si evolve in modo goffo e un po’ confuso: fra l’altro, all’inizio c’è una voce narrante che poi sparisce. L’ultima mezz’ora anticipa i vari Airport (o piuttosto L’aereo più pazzo del mondo: Mereghetti parla malignamente di “qualche momento di vera tensione e molti di comicità involontaria”), con la hostess costretta a sostituire il pilota in un atterraggio d’emergenza; ma proprio quello che dovrebbe essere il momento di massima tensione viene soffocato dalle indicazioni eccessivamente dettagliate fornite via radio, e che fanno assomigliare certe scene alla lettura di un manuale di istruzioni. Per inciso, fa tenerezza constatare che all’epoca si saliva su un aereo come su un autobus, all’ultimo momento e senza nessuna prenotazione.
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