Regia di Tom Gormican vedi scheda film
Fascino spontaneo e scivoloso delle situazioni familiari: Zac Efron abita nella Grande mela svolgendo un lavoro creativo e spartendo il tempo libero coi suoi migliori amici, tenera versione maschio-regressiva delle single più famose di New York. Vive la City e non disdegna il sesso, consumato su un letto senza rete in un loft che urla “niente legami”. Ama Jerry Maguire, e la sceneggiatura gli concede di incrociarne brevemente la parabola, paragona il sodale emotivamente devastato a Bridget Jones. Pare uscito da quel brillante manuale di fragilità virili redatto negli anni dalla factory apatowiana, quindi trattenuto da un copione auspicabilmente schizofrenico che potrebbe cogliere l’attimo ma sceglie di registrare il cambiamento.
Appoggiato al bancone del bar con le consuete lussuriose intenzioni, intercetta la (pregevole) lunghezza d’onda della bionda intelligente Imogen Poots, e in un batter d’occhio il disimpegno naturale diventa una finzione sempre più pesante da portare avanti coi compagni di notti brave. Illuminato dal romanticismo quasi vintage ventilato da un paesaggio metropolitano che passa dal mattone al parco, Quel momento imbarazzante è l’esordio interessante di un regista che sa dove guardare ma non può (ancora?) spingere i suoi amori cinematografici oltre lo specchio dell’ispirazione. Imprime alcuni momenti: oltre alla proverbiale deflagrazione delle verità nascoste in un bagno affollato, l’innegabile talento per il dialogo frizzante, sublimato dalla chimica tra Efron e Poots.
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