Regia di Olivier Assayas vedi scheda film
Un bel risultato per Olivier Assayas, talentuoso regista francese di cui non sono riuscito a vedere molto (ricordo l'altrettanto pregevole "L'eau froide" a cui però dovrei necessariamente dare una ripassata). Qui Assayas ci propone un sottile scavo psicologico in un rapporto fra un'attrice sulla cinquantina che avverte un fallimento esistenziale da cui teme di non risollevarsi più e un'assistente personale dell'attrice che la sostiene sia professionalmente che affettivamente (ma non sessualmente) finché si accorge dei rischi insiti nella dipendenza psicologica della donna. Si tratta di un confronto che talvolta si tramuta in un vero scontro, di un'analisi delle dinamiche di potere e di controllo nelle relazioni interpersonali con un occhio al Bergman di "Persona" e l'altro al Mankiewicz di "All about Eve". Lo scontro appare doloroso ma necessario ed emerge la necessità del cambiamento, del rinnovamento di schemi di pensiero e comportamenti ormai logori, di un'accettazione e di una pacificazione con se stessi che guardi soprattutto ad un futuro da costruire giorno per giorno, con un impegno costante: questo il senso per me della scena finale in camerino. Assayas non perde quasi mai di vista la pregnanza dell'immagine anche se il film è fitto di scambi dialogici, costruisce un gioco di rimandi metateatrali nelle scene delle prove fra Sigrid ed Elena, valorizza con intelligenza l'ambientazione montana nelle scene girate all'aperto nelle location svizzere. Naturalmente da' molto spazio alle sue attrici con una Juliette Binoche che rinnova magnificamente il suo repertorio dando spazio alle note della fragilità emotiva e del disincanto di fronte ad una Kristen Stewart che dimostra una positiva maturazione rispetto ai tempi di "Twilight". Resta un cinema intellettuale e troppo di testa come vorrebbero i suoi detrattori? Non credo, perché in diverse scene è riuscito ad emozionarmi, soprattutto nel secondo atto e nell'epilogo. Fra i caratteristi si rivede Hanns Zischler che fu un'icona wendersiana e la giovane Chloe Grace Moretz che rende bene la fatuita' della sua divetta.
Voto 8/10
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