Trama
Maria Enders (Juliette Binoche), attrice all'apice della sua carriera internazionale, viene invitata a partecipare al revival del dramma che l'ha resa famosa vent'anni prima. Allora Maria aveva interpretato il personaggio di Sigrid, una giovane e seducente ragazza che finisce per spingere la vecchia Helena al suicidio, mentre adesso le viene chiesto di impersonare Helena. Maria, che trascorre la maggior parte del suo tempo con l'assistente personale nonché unica amica Valentine (Kristen Stewart), è presto costretta a confrontarsi con Jo-Ann (Chloë Grace Moretz), una giovane divetta di Hollywood con un debole per gli scandali scelta per la parte di Sigrid e simbolo di una inquietante gioventù.
Approfondimento
SILS MARIA: IL DIVARIO TRA PASSATO E PRESENTE
Scritto e diretto da Oliver Assayas, Sils Maria racconta la storia di Maria Anders, attrice chiamata a distanza di vent'anni a interpretare uno stesso testo teatrale ma con ruoli differenti. Mentre a diciotto anni Maria ha interpretato la parte dell'ambiziosa Sigrid, una giovane che conduce al suicidio Helena, una donna più matura, vent'anni dopo le viene chiesto di portare in scena Helena. Esplorando i legami e il rapporto che ognuno di noi, portatore di una lunga storia, ha con il passato, Sils Maria è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 2014 e a raccontarne genesi ed intenzioni di fondo sono le parole dello stesso Assayas: «Ognuno di noi ha dietro una lunga storia, frutto del passato vissuto. Sils Maria nasce in primo luogo dal legame che ho con Juliette Binoche, conosciuta all'inizio della mia carriera - quando ho scritto Rendez-vous per André Techine, di cui lei era la protagonista principale - e incrociata nuovamente nel 2008 grazie a L'heure d'été, girato insieme. Juliette per prima ha pensato che nella nostra storia in comune ci fosse un'occasione mancata, o meglio un film, che sarebbe potuto essere essenziale sia a lei sia a me. Dal suo presupposto, ho cominciato a buttar giù degli appunti che hanno finito per far da base per i personaggi di una storia, che entrambi attendevamo fa tanto tempo.
Scrivere è come un cammino pieno di vertigini che ti tiene in sospeso tra l'origine e il divenire. Nessuno si meravigli quindi se per Sils Maria mi sia ispirato ai paesaggi di montagna o ai loro sentieri scoscesi. La luce della primavera, la trasparenza dell'aria, le nebbie del passato e i fenomeni nuvolosi del passo del Maloja sono un modo per riportare me e Juliette ad interrogarci sul presente e soprattutto sul futuro.
Maria Enders, la mia protagonista, è un'attrice che con la sua assistente Valentine esplora la ricchezza e la complessità dei personaggi creati dal drammaturgo tedesco Wilhelm Melchior, personaggi che dopo vent'anni non hanno ancora svelato tutti i loro segreti. Non si tratta tanto dei segreti del teatro, delle sue illusioni e dei meandri della finzione, si tratta semmai di segreti legati alla natura umana e, più semplicemente, di segreti molto intimi. Nelle parole di cui si appropriano autori, attori e spettatori, non riecheggiano altro che le domande che tutti noi ci poniamo quotidianamente nei nostri monologhi interiori.
Si, certo, il teatro è la vita. E, meglio di essa stessa, rivela la grandezza - nel bene o nel male - sia delle banalità sia dei sogni. In questo senso, Maria Enders non è Juliette Binoche né sono io: è tutti noi che abbiamo bisogno di rivedere il passato e, chiarendolo, di trovare la chiave per la nostra identità, quella che ci siamo costruiti e che ci permette di andare avanti. Maria si vede sullo schermo e pensa a ciò che ha fatto a vent'anni: fondamentalmente Maria è la stessa, è il mondo intorno a lei ad essere cambiato e la giovinezza ad essere fuggita. La giovinezza, come la verginità o come la scoperta del mondo, non si ripete mai due volte. Per contro, quello che la giovinezza ci ha insegnato non va mai dimenticato, permettendo una continua reinvenzione del mondo e la decifrazione della realtà contemporanea ma offrendo anche un prezzo da pagare.
È il confronto tra il passato e il presente di un paesaggio che mi ha spinto verso il registro della commedia - o della tragedia, a seconda della prospettiva che si sceglie - per raccontare di un'attrice che si immerge tra le pieghe del tempo più per dovere professionale o morale piuttosto che per desiderio. Quando ci guardiamo su un video, non vediamo altro che la nostra immagine congelata in un presente assoluto. Al centro di Sils Maria vi è l'istantaneità, che permette a Maria Enders di scoprirsi "spezzata" in mille immagini che risuonano nel mondo virtuale della notorietà e dei media moderni».
Girato tra le montagne della valle dell'Engadina, un paesaggio tanto spettacolare quanto intimidatorio e immutabile agli occhi degli uomini, Sils Maria è nel suo piccolo un omaggio ad Arnold Fanck, uno dei pionieri delle fotografie alpine. Nel 1924, agli albori del cinema, Fanck ha avuto modo di filmare lo strano fenomeno nuvoloso del Maloja, in cui si mescolano vette, nuvole e vento, generando un'astrazione che evoca la pittura classica cinese.
Note
Un film complesso e traslucido. Sils Maria s’inoltra nel mistero della presenza dell’attore innervando un discorso sulla creazione del cinema nel mito del film di montagna di Arnold Fanck. Nel corpo di Juliette Binoche, Assayas osserva come in un specchio l’epifania di una mutazione; si pensa ovviamente a "Sans titre". Nell’opporre due corpi femminili (il regista avrebbe voluto Mia Wasikowska al posto di Kristen Stewart) Assayas, pur omaggiando il maestro Bergman, sembra addirittura attingere al magistero di Mankiewicz.
Trailer
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Commenti (4) vedi tutti
Complesso film di Assayas, sulle tracce di Nietzche a Sils Maria.
leggi la recensione completa di laulillaUn film di grande spessore con due interpreti veramente sopra le righe. E oltre la storia, c'è anche la bellezza dei paesaggi a completare l'opera.
commento di slim spaccabeccoUlteriore conferma dell’eclettico talento del regista, è il racconto del percorso di crescita di una donna che rifiuta la maturità per rimanere aggrappata a quelli che potremmo definire come gli irrinunciabili privilegi di una giovinezza che inesorabilmente comincia a declinare, ambientato negli straordinari scenari delle montagne dell’Engadina.
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792Ci sono dieci minuti di belle riprese in montagna…
commento di Tex Murphy