Regia di Fabrizio Casini vedi scheda film
«Meno male che c’è la mamma», sostiene lui, quarantenne mai cresciuto, mentre lei lo guarda sconsolata ritornare come sempre dalla chioccia. Così Elena sceglie di rompere con Luca: vuole un figlio suo, non un figlio come compagno. E lui, goffo professore, capisce. Poi, con al fianco l’erotomane Marco, cerca di riconquistarla, regalandole un anello con brillante che fa inserire da un pasticciere in un uovo di Pasqua. È così che, come in ogni pazzo, pazzo, pazzo gioco degli equivoci, l’uovo viene scambiato con un altro: a Elena tocca un frustino per pratiche sadomaso, ma l’anello dov’è? Mentre il film si struttura per rispondere a questa domanda, voi chiedetevi perché «questo film è stato realizzato con il contributo del ministero per i beni e le attività culturali». Perché è questo il vero regalo a sorpresa alla base di una fiacca commedia inconcepibilmente prevedibile e ingenua, che si costruisce un pubblico infantile, al cui confronto lo spettatore di una fiction televisiva di Rai1 pare quello della videoarte più intellettualistica. Come se gli spettatori non fossero mai esisti. Battute telefonate, gag rubate, situazioni usurate, errori ripresi sui titoli di coda, Ceccherini che fa Ceccherini (ma con minuti e paga ridotti), prontuario di luoghi comuni su minoranze letto e ridetto. Il tutto con una leggerezza cieca, fiabesca. Incredibile. C’è del sublime, a cercarlo.
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