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Compulsion

Regia di Egidio Coccimiglio vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Compulsion

di maghella
8 stelle

Un film assurdo ma divertente  (tutto sommato).
Amy è una giovane donna, bella, formosa che adora cucinare, anzi che concepisce la sua vita solo dietro i fornelli e costruisce i suoi rapporti affettivi attraverso pietanze complesse e gustose. Ha un fidanzato che le sta strutturando la cucina per farla diventare un set per un programma televisivo culinario. Amy si improvvisa così conduttrice di un programma ancora inesistente, già costosissimo e molto ma molto «piccante».

La cucina di Amy è essenzialmente del tipo afrodisiaca, e tutte le pietanze sono dedicate al fidanzato, che usufruisce così di cuoca e cucina... tutto appare però finto, costruito, «televisivo».

Un agente di polizia chiede ad Amy se sa nulla della scomparsa della sua vicina di casa Saffron, un'attrice che da ragazzina era molto famosa per alcune serie televisive e che ora sbarca il lunario scrivendo di sesso per una rubrica giornalistica. Amy confessa una conoscenza superficiale con la sua vicina di casa, e comincia così un percorso di ricordi su i giorni precedenti alla scomparsa di Saffi (Saffron).

In verità Amy scopre che il suo fidanzato, stanco di elaborati manicaretti e di «sesso culinario», si dedica a più veloci panini e a ragazze meno complicate.
Dopo una ultima cena alla «Baby Jane Hudson» dove la pietanza principale è un pappagallo domestico, Amy rompe il fidanzamento e comincia a preparare cene e pranzi per la vicina di casa, della quale in passato è sempre stata una fan.

Saffron però non apprezza il cibo, evidentemente anoressica rifiuta qualsiasi alimento, cerca di far capire ad Amy la sua riluttanza, ma quest'ultima non concepisce neppure il senso del rifiuto: per lei cucinare e mangiare è amore e sesso.
Dopo le prime difficoltà le due donne diventano amiche: Saffi si lascia «coccolare» da Amy, confessa la sua anoressia, si rende visibile... lei che vorrebbe scomparire, si lascia vedere nei suoi momenti più fragili. Amy si lascia conquistare da Saffy, dai suoi digiuni, decide che preparerà per lei solo nutrienti zuppe, leggere ma sostanziose. Saffi deve affrontare un provino per una parte alla quale tiene molto, chiede ad Amy di aiutarla e di accompagnarla per l'audizione. Purtroppo nulla andrà per il verso giusto, Saffi incontra al provino una vecchia conoscenza che in passato aveva abusato di lei, entra in crisi, scappa, trova rifugio tra le braccia di Amy, ormai innamorate le due donne arrivano ad un macabro accordo.

Amy cucinerà Saffi, facendola scomparire definitivamente in succulente salse.

Cosa mi è piaciuto in questo «pasticcio» (in senso culinario ma non troppo) cinematografico? Intanto le atmosfere quasi fumettistiche, i personaggi non sono precisi nei loro profili psicologici ma sono davvero intriganti a livello visivo,  rendendo simpatico e divertente anche quello che non torna molto a livello narrativo.
I dialoghi sono di effetto, anche questi come quelli di un fumetto patinato, arrivano subito... purtroppo la sceneggiatura nel complesso ha molti buchi e alcuni personaggi che in un  primo tempo erano importanti (tipo il fidanzato), spariscono dalla storia senza molte spiegazioni, oppure altri esistono senza il giusto rilievo, lasciando così molti punti di domanda.

Troppa carne sul fuoco, troppe cose da voler raccontare, il film perde il filo conduttore principale, tanto che mi risulta anche difficile catalogarlo in un genere definito, non solo drammatico, non solo thriller, in alcuni punti quasi comico, sicuramente grottesco, in una parola: assurdo!
Quello che mi ha convinto a dare un giudizio più che sufficiente al film sono: la bravura delle due attrici protagoniste Heather Graham nella parte della procace Amy, e Carrie-Ann Moss nella fragile e turbata Saffron.
La cura per i particolari, per la scenografia e per i colori del film, pensati quasi come a delle tavole da disegno.
Alcuni aspetti di disagio legati all'anoressia: il disgusto per cibi apparentemente ottimi, di cui ne pare assurdo il rifiuto, lo sguardo di incomprensione che si legge negli occhi di chi non capisce come si possa non assaggiare una pietanza appena cucinata e appetitosa, i silenzi legati al digiuno e alla solitudine, la voglia si scomparire e di nascondersi sotto abiti molto ampi.

Amy pur non comprendendo tale disagio, cerca di aiutare la sua amica nell'unico modo in cui è capace: cucinando.

Ripeto: assurdo e pasticciato, come un dolce troppo pretenzioso, di bell'aspetto, con troppi gusti, ma che per merenda risulta appetitoso.

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