Regia di Goutam Ghose vedi scheda film
mistero. filmtv dice che dura 75 minuti. la versione proposta da fuori orario ne dura di minuti invece solo 28. più che abbastanza per l'impressionabile occhio dello spettatore comodamente seduto sulla sua poltrona in salotto. giustamente ghose non ci va per il sottile anche se con sarcasmo e ironia, ma quello che va detto, bisogna dirlo. tanto a quel 4% che riesce ad avere le calorie necessarie per vivere più che bene, credo che alla fine importi poco. così come forse importa poco al padrone della casa che fa intervenire gli spazzini della sanità, per far portare via il cadavere avvolto in un sudario bianco, accasciato sotto la pianta appena fuori il cancello, bianco anch'esso. dietro la fame di quell'anno, ma non solo quell'anno e non solo dell'india, ci sono i ricchi del mondo che si accaparrano le riserve alimentari, come i cattivoni russi di james bond che vogliono fondere l'oro degli stati uniti con una bomba atomica per poi ricattarli con le loro riserve. e se è vero che le cantine stipate di cadaveri viventi avvolti in bianchi sudari sporchi di sangue e di liquami della putrefazione romeriani dovranno aspettare ancora 4 anni, per non parlare dei walkers di "the walking dead", è anche verissimo che quei morti sono vivissimi anche se per l'istante in cui si vede. la beffa dell'ironia è che per scuotere veramente le coscenze bisognerebbe proprio che quei cadaveri rinsecchiti e svuotati dalla mancaza di calorie, risorgessero ad una non vita cercando di accaparrarsi il cibo che in vita non sono riusciti a ingurgitare. cibo che comunque non li farebbe star meglio. ghose è giustamente disgustato dalla gestione del potere e del cibo, ma le cose non cambiavano. la migrazione di quei disperati da una cucina rurale ad un'altra e da un centro aiuti ad un altro, che di mano in mano chiudono per non riaprire, ricorda da vicino le migrazione che di continuo vengono immortalate in magnifici e tecnologicamente avanzati documentari sui canali satellitari tipo national geographic. ma qui di affascinante nella lotta per la vita e per la sopravvivenza non c'è proprio nulla. bisognerebbe indignarsi e reagire, come reagì calcutta capitale economica, tecnologica e culturale dell'india colognale. "keep calcutta clean" recita un pannello, e intanto una cammionetta della sanità si appresta a raccogliere un cadavere. reagì perchè invasa da migliaia di indigenti che affollavano i marciapiedi o i binari costruendovi bidonville di stracci come polipi su di una scogliera. quell'anno fu un anno eccezionale per la raccolta, ma di tutta quella ricchezza se ne riversò pochissima nelle tasche dei lavoratori e dei contadini.
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