Regia di María Seoane vedi scheda film
“Mi chiamo Rodolfo Walsh. Non è sempre stato così. Non è così adesso, in questa clandestinità che mi costringe ad essere un altro. Sono stato trasportato in qua e in là dai venti, posso essere stato marinaio oppure maestro, ma da tempo ho scelto di essere scrittore. E tra tutti i mestieri, il pericoloso mestiere di scrittore era il più inevitabile per me. E lei, lei non aveva significato nulla per me. Ciononostante sono andato dietro ai segreti della sua vita e della sua morte, come se seguissi l’enigma di un romanzo poliziesco che ancora sto scrivendo.” Sono le parole che introducono questo racconto. La voce narrante appartiene ad un uomo realmente esistito. Un giornalista ed attivista politico scomparso nel 1977. Scomparso nel senso di svanito. Nel senso di desaparecido. È successo a Buenos Aires. La stessa città in cui si è svolta la leggendaria storia di lei, di Eva Duarte, la ragazza di campagna, la figlia illegittima di un latifondista che passerà alla storia come Evita Perón. A legare i due personaggi è la stessa fede ispirata ai principi di uguaglianza e libertà, insieme al coraggio di proclamarli pubblicamente e difenderli fino in fondo, e ad ogni costo. Eva ha continuato a lottare per la sua gente, urlando dal balcone della Casa Rosada anche quando la malattia l’aveva gravemente segnata nel fisico, ed aveva ormai consumato gran parte delle sue energie. Rodolfo ha scritto un libro, Operación Masacre, un’opera di inchiesta e di denuncia contro le fucilazioni di civili avvenute all’indomani del golpe militare del 1955, e per quel libro è stato assassinato. Questo film resuscita la sua voce e la sua figura, affidata, come quella della mitica pasionaria argentina, ai disegni di Francisco Solano López. La leggenda si presta ad essere narrata per immagini, stilizzate e per questo più categoriche, universali, esenti da falsificazioni retoriche. Questo è il linguaggio più adatto ad una storia che nasce bambina, e prosegue il suo glorioso cammino con immutata semplicità, mantenendo intatta la voglia di sognare e di credere innocentemente nella loro realizzazione. La forza di Eva è il rifiuto di cambiare se stessa, al fine di poter cambiare il mondo. La moglie del presidente rimane un’appartenente al rango dei descamisados, degli operai e dei braccianti a cui riesce finalmente a dare un volto, una dignità, una valida ragione per sperare in un futuro diverso. L’immenso abbraccio con cui quella donna pallida e minuta cinge il suo popolo è la parte più straordinaria di un’esistenza breve ed eccezionalmente intensa, che coincide con un’unica, grande storia d’amore. Quella per la sua terra, per il suo uomo, per quel colossale progetto di crescita e di rinnovamento in cui, in poco tempo, ha saputo proiettare su scala planetaria il suo personale desiderio di riscatto sociale. La contadinella è emigrata nella metropoli, è diventata un’attrice famosa ed ha sposato un uomo maturo e potente. Sarebbe stato il mediocre capitolo di una vicenda da rotocalco se tutto fosse finito lì. Invece quella clamorosa scalata è stata solo l’inizio di una battaglia improntata al sacrificio. La celebrità è servita solo per poter fornire un esempio. L’icona si è fatta adorare per invogliare tutti ad imitarla. Questo è il ritratto di Eva secondo Maria Seoane, l’autrice di un film che riconduce il contenuto biografico all’avventuroso percorso di un messaggio. I discorsi di Eva e le sue apparizioni pubbliche – riproposte mediante filmati di repertorio – sono il messaggio in partenza. Gli episodi della sua vita privata e gli oscuri retroscena del suo destino politico – ricostruiti tramite animazioni in cutout – sono il messaggio in arrivo, già sollevato dalla realtà, e in parte consegnato all’immaginazione. Sono i contorni dell’impronta, sempre un po’ favoleggiante, che la storia imprime nel pensiero della gente comune. Quella traccia segna il passaggio di una verità che c’è, ma non si vede, che scappa e si nasconde, eppure certamente esiste, in qualche luogo misterioso. Come il corpo di Eva, trafugato, recuperato, esiliato, rimpatriato ed infine sepolto per sempre, nel fondo di una cripta inaccessibile.
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