Regia di Axel Ranisch vedi scheda film
Il ragazzino sovrappeso Florian è un vero disastro nelle attività “maschili” propostegli dal padre Hanno, corpulento istruttore di tuffi dai buffissimi baffi a manubrio. Il suo massimo divertimento è piuttosto travestirsi con sgargianti costumi anni 70 insieme alla madre, per intonare a squarciagola le canzoni del cantante trash Christian Steiffen (tra cui quella che dà il titolo al film). La madre è il collante che tiene insieme i due maschi di casa, così diversi tra loro al punto da non riuscire a comunicare, almeno fino a quando un ictus la manda in coma. Florian non si rassegna all’assenza di una figura così fondamentale e trasferisce gli spettacolini nella stanza d’ospedale, dove immagina che la madre gli parli e canti ancora con lui; al contrario Hanno cerca di far fronte alla tragica realtà che la moglie non si risveglierà mai e all’incombenza di dover fare da solo da genitore ad un ragazzino che non riesce a capire. Per fortuna verrà loro in aiuto, tramite estemporanee apparizioni canore, proprio Christian Steiffen, nume tutelare della famiglia, che dispenserà consigli non sempre azzeccati, soprattutto quando Florian si invaghirà di Radu, un tuffatore allievo del padre. Alla fine i maldestri tentativi di avvicinamento porteranno padre e figlio a capire quanto sia profondo e importante il legame che li unisce.
L'importanza dei legami familiari è il tema al centro di questo film divertente e tenero, che mescola ironia e dolcezza, gusto per l'assurdo e romanzo di formazione adolescenziale. Esilaranti le scene in cui appare improvvisamente Christian Steiffen a cantare pezzi dal testo improbabile ed incongruo, quelle in cui l’impacciato Hanno vede se stesso in un DVD a colloquio con un bizzarro sessuologo che gli spiega l’omosessualità del figlio e soprattutto quella della cena con Florian e Radu, in cui i tentativi di Hanno di mostrarsi aperto e tollerante produrranno solo disastri. Tenere quelle in cui Florian deve fare i conti con la perdita e la solitudine, l’insicurezza per il suo aspetto fisico, ma anche con la scoperta dell’amore romantico (e del rifiuto) e soprattutto di quello paterno.
Azzeccatissimi gli interpreti di Florian (Frithjof Gawenda) e Hanno (Heiko Pinkowski) nel delineare due personaggi buffi e teneri, che proprio nelle loro comiche imperfezioni, fisiche e caratteriali, si rivelano progressivamente molto più simili di quanto credessero. La mera apparizione di Pinkowski sullo schermo, con i suoi baffoni, la sua aria stralunata e le sue espressioni ridicole, provoca l’ilarità del pubblico. Autoironico il cantante Christian Steiffen a prestarsi all’operazione.
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