Regia di Wally Pfister vedi scheda film
La curiosità, stavolta, non è stata ricompensata per l'opportunità data nonostante le critiche in gran parte negative. Non dico che mi pento di averlo visto, perché quando si avverte anche solo un minimo d'interesse è sempre bene non negare mai a nessuno una possibilità, però la delusione c'è stata e ora posso forse capire alcune delle probabili motivazioni alla base del suo insuccesso. L'intento lasciava presagire le migliori intuizioni, gettando uno sguardo al futuro del progresso tecnologico, alle sue enormi potenzialità e nel contempo ai suoi rischi latenti. Era prevedibile che si sarebbe finiti per debordare più nell'ambito fanta che in quello scienza, ma restavano comunque degli spunti per la riuscita di un qualcosa tutto sommato soddisfacente. Ebbene è un peccato aver sprecato certi presupposti con un film che si palesa alquanto mediocre, di una freddezza pungente e di un'approssimazione sconcertante. Persino gli effetti speciali mi sono sembrati scadenti e abusati. La narrazione è farraginosa, priva di mordente, e incespica in più momenti improbabili con non poche perplessità. La conduzione, d'altra parte, soffoca ogni tentativo di un respiro più ampio, non ammette scampo ad approfondimento alcuno, non concede ai personaggi i mezzi per poter entrare in sintonia con gli spettatori. La sceneggiatura, a tratti assai dozzinale e grossolana, purtroppo lascia inespressi quelli che avrebbe potuto valorizzare come punti di maggior forza del soggetto. Si salva solo qualche frangente con un minimo di dramma o tensione, più un paio d'interpreti che tentano un impegno sincero, con l'eccezione singolare rappresentata da un inconsistente attore "protagonista". Davvero troppo poco per poter promuovere questo titolo o sentirmi di consigliarne la visione.
Il dottor Will Caster è fra i più importanti ricercatori nel campo dell'intelligenza artificiale e lavora a una macchina senziente che sia in grado di combinare l'intera gamma delle emozioni umane. I suoi controversi esperimenti lo hanno reso famoso, ma anche il bersaglio principale di un gruppo di terroristi contrari alla tecnologia, pronti a tutto pur di fermarlo. Nel loro tentativo di annientare Will, gli estremisti stessi involontariamente lo spingeranno a diventare parte della sua "trascendenza". Per sua moglie Evelyn e il suo migliore amico Max Waters il problema è se sia giusto farlo...
Troppo presto si palesa l'inesperienza, nella difficoltà del convogliare il trasporto, nel taglio delle scene che infastidisce per brevità e vacuità, stentando a soffermarsi quel minimo su un obiettivo.
Una delle apparizioni più svogliate in cui l'abbia mai visto. Un dottor Will Caster da dimenticare.
Lei è brava, ma è il personaggio di Evelyn Caster a non essere così memorabile.
Suo è il contributo maggiormente impegnato, per un Max Waters accettabile.
Donald Buchanan, solo di contorno, è quasi irrilevante.
Presenzia nei panni di Joseph Tagger, ma niente di più. Sacrificato.
La firma è di tale Mychael Danna, ma il mio pensiero si è focalizzato altrove che sulla sua musica.
Quasi tutto, se contiamo che sarebbe servito maggiore talento in direzione, una minore negligenza da parte dell'attore protagonista, una sceneggiatura più robusta e studiata a fondo.
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