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Transcendence

Regia di Wally Pfister vedi scheda film

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La recensione su Transcendence

di maurizio73
5 stelle

Brillante programmatore ed esperto di intelligenza artificiale si accinge a concludere un rivoluzionario progetto di emulazione informatica di una rete neurale, quando rimane vittima di un avvelenamento da polonio per mano di una associazione antagonista radicale preoccupata delle pericolose ricadute dello studio sulla sicurezza mondiale. Con poche settimane ancora da vivere e accudito dalla sua compagna e collega di studi, accetta di effettuare l'upload della sua personalità psichica nell'hardware quantistico di un potentissimo supercomputer. Da quel momento una inquietante ed onniscente entità positronica inizierà a rivelare i suoi megalomani progetti di dominio e conquista del pianeta e dell'intero genere umano.
Ambizioso almeno quanto la molteplicità dei temi trattati e conformemente alle regole abusate della sci-fi apocalittica made in USA, il progetto dell'esordiente (almeno alla regia) Wally Pfister appare tanto megalomane da aver giustamente attratto interessi e investimenti che ne hanno decretato gli esiti quale imperdibile blockbuster commerciale e irresistibile centro di attrazione gravitazionale per un nutrito cast di stelle del firmamento hollywoodiano, oltre che quello di una pletorico e affollato team di produttori (tra cui lo stesso Nolan con cui l'autore collabora da sempre come direttore della fotografia). Riprendendo tematiche fanta-filosofiche già ispiratrici del cinema americano da almeno un trentennio ('Brainstorm' - Douglas Trumbull - 1983 e 'Tron' Steven Lisberger - 1982) e riaggiornadole ai tempi della manipolazione 'elettronica' della realtà ('Matrix' - Lana e Andy Wachowski - 1999), il film di Pfister ribalta il concetto applicando gli esiti del futuribile sviluppo di una intelligenza artificiale emula di una 'umanissima' personalità dominatrice (AL9000 in '2001- A Space Odissey' - Stanley Kubrick -1968), alla manipolazione 'trascendentale' della struttura fisica della stessa realtà, combinando a piacere lo sviluppo di reti neurali, computer quantistici e nanotecnologie non senza aver prima consultato gli espertoni del MIT o della Berkeley. Il risultato prevedibile di tanta potenza di calcolo è nientepopodimenno che l'aggiornamento in chiave postmoderna del classico mito ottocentesco e positivista di un novello Dottor Frankenstein ('Frankenstein; or, the modern Prometheus' - Mary Shelley -1818) in versione 'virtuale' e sexy (hai visto mai J.Depp sfigurasse!) nel suo slancio incompreso verso un futuro ecologista e filantropico, con tanto di riforestazione a tappeto e l'interminabile coda di una questua di infermi nello sperduto 'santuario' hi-tech nel deserto del Nuovo Messico. Francamente troppo anche per i più inveterati appassioni del citazionismo cinefilo (non mancano persino orde di automi semiorganici alla stregua di decerebrati replicanti alla 'Blade runner') che tuttavia potranno godere di un comparto figurativo di alto livello (tra effetti speciali e panoramiche mozzafiato) e della solita retorica relativista della drammaturgia yahnkee dove ai sottotesti pseudo-filosofici di promesse trascendenze terrene (l'idea di clonare l'intero globo terracqueo non sarebbe poi così peregrina) si affianca la sottotrama sentimentale di una pericolosa condiscendenza amorosa. Lontano mille miglia dall'approccio filosofico della fantascienta dell'ex blocco antagonista (da 'Stalker' di Tarkovsky a 'Target' di Zeldovich), la scrittura americaneggiante di Paglen contamina il sensazionalismo della confezione con le solite incongruenze di una narrazione che spesso sfiora il ridicolo (il governo americano che bombarda un semidio positronico a colpi di mortaio!). Manie 'New Age' di un panteismo ecologista con finale e ambientazione in salsa Western comprese nel prezzo del biglietto. Piccoli Turing crescono.

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