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Transcendence

Regia di Wally Pfister vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Transcendence

di Lina
4 stelle

La trascendenza è certamente un argomento affascinante, ancora tutto da scoprire e forse infinitamente raccontabile poichè tratta filosofie e teologie astratte che sono al di sopra dell'esperienza sensibile e della percezione fisica umana, come ad esempio lo possono essere i miracoli, i poteri psichici e Dio stesso.

 

Ora io ammetto che mi aspettavo molto da questo film che ho potuto vedere con ritardo rispetto alla massa e che mi ha veramente delusa parecchio. Il mio errore principale forse è stato quello di andarmi a leggere lo script quando tutto era ancora in fase di lavorazione. Io di fatti sono una di quelle persone che amano gli spoilers e che non disdegnano avere quante informazioni possibili in anteprima in quanto sono assai curiosa ed odio le attese poichè spesso non ce la faccio proprio a resistere. Perciò mesi fa, lessi pregustandomi da capo a piedi la sceneggiatura scritta da Jack Paglen quasi come fosse stata uno dei più affascinanti romanzetti di fantascienza. E' scritta talmente bene e talmente dettagliatamente infatti, da avere sul serio su chi lo legge, l'effetto di un avvincente romanzo, così mi convinsi che il film non sarebbe stato da meno aspettandomi delle grandi cose. Il crack però avvenne non appena ne vidi il trailer ed alcune scene in anteprima che mi sembrarono davvero poca cosa rispetto allo script originale. Già dall'inizio avevo la sensazione che qualcosa fosse andato perduto e che non coincidesse con quanto avevo letto. Era come se il passaggio dalla carta allo schermo fosse stato penalizzato da un lavoro registico superficiale e frettoloso. Il film è seriamente o forse dovrei dire assai sintetico rispetto ai contenuti dello script, il che è un guaio soprattutto quando vengono selezionate le battute meno efficaci dei dialoghi, quando vengono omesse sequenze intermedie che hanno scopi chiarificatori o assai rafforzativi nella trama e quando gli attori non riescono ad infondere nelle loro interpretazioni la giusta dose d'intensità e di emotività necessaria per emozionare il pubblico come invece riescono a fare dei semplici pezzi di carta.

In questo caso infatti emoziona molto di più la lettura del copione che l'interpretazione degli attori. Quando lo scienziato Will sta morendo ad esempio, è possibile percepire sulla carta l'agonia ed il dolore che sta provando giorno dopo giorno e che provano anche tutti quelli che gli vogliono bene e che gli sono vicino, ma sullo schermo invece questo non sono riuscita a percepirlo. E' tutto giostrato con fretta e con una dose di pathos ridotta al minimo sindacale in cui nessuna delle espressioni o reazioni dei protagonisti emoziona veramente. Questo però non è un difetto d'importanza marginale se si considera che il film trattando principalmente argomenti di grande sensibilità e suscettibilità come la morte fisica, la vita oltre d'essa, la trascendenza dello spirito e l'amore che non conosce limiti o confini, dovrebbe toccare nel profondo.

 

E' poco chiaro e confuso in cosa Will si trasformi dopo la morte. In energia pura che fluttua nell'aria potendosi incanalare ovunque? Se il suo cervello, con tutti i suoi pensieri e la sua intelligenza, viene "uploadato" su un computer, cosa ne è allora del suo cuore e di tutte le sue emozioni? Perchè il suo cervello una volta che è stato caricato sul computer parla e si comporta come se avesse un'anima propria? E' forse il cervello che produce emozioni anzichè il cuore? E' lui a comandare e a dare gli impulsi al cuore stabilendo cosa debba sentire o provare? Scientificamente parlando dovrebbe essere così. E' dal cervello che dovrebbero partire impulsi e comandi a tutti gli altri organi, ma un corpo privo di anima e con solo un cervello, non è nulla. E' lo spirito ciò che conta e che ci rende vivi, sensibili, suscettibili e reattivi, perciò si presume che Will non trascenda solo la propria mente e genialità nel computer, ma anche la propria anima, il suo soffio vitale, la sua sensibilità... pura fantascienza? Forse non del tutto poichè la scienza e la nanotecnologia stanno davvero arrivando a realizzare quanto studiato e proposto da Will riguardo all'intelligenza artificiale, ma se l'argomento in sè per sè merita in quanto interessantissimo, ancora molto oscuro e rivoluzionario, il film invece s'è rivelato solo un'occasione mancata. Avrebbe potuto essere un capolavoro e non lo è stato. Risulta freddo, troppo cupo, confusionario, sconclusionato e non possiede un'adeguata dose di suggestività. Lo script offre un quadro completo dell'ambiguità di Will e di quello che è diventato e sa animarlo donandogli una forza emotiva ed uno spessore che lo rendono "un essere virtuale" misterioso e dotato di grande personalità, nel film questo invece non avviene e Johnny Depp appare solo come un fantasma privo di una qualsiasi consistenza che parla come un automa e che non ispira un bel nulla. Lo script inoltre ha per soggetto una storia d'amore narrata diligentemente attraverso descrizioni molto tenere e dialoghi a volte struggenti che avrebbe dovuto essere il cuore del film, ma che invece nel film appunto si rivela di poco impatto sullo spettatore poichè è anch'essa inconsistente e priva di scene o dialoghi che incidano veramente sulla sensibiltà umana.

 

E' tutto troppo piatto, veloce e per nulla approfondito.

Nello script poi risultano impressionanti quanto affascinanti da leggere le descrizioni degli effetti speciali sulla figura "ologrammizzata" di Will, poichè incutono soggezione e tensione, mentre il film gode di effetti speciali imbarazzanti e dilettanteschi.

Sul serio, dov'è il thriller in questa pellicola? Posso assicurare che nello script sono riconoscibili gustosi momenti di tensione quasi ogni volta in cui Will compare o ricompare in forma virtuale sullo schermo, mentre nel film di tensione io non ne ho percepita affatto in nessun momento - o forse un breve sussulto l'ho avuto solo durante la scena in cui Evelyn (la moglie di Will) ha un incubo in cui vede il proprio corpo disintegrarsi mentre stava facendo l'amore con Will, sussulto avuto più che altro per l'incomparabile capacità del regista di aver trasformato un sogno come il fare all'amore con un uomo come Johnny Depp, in un incubo!

 

Scherzi a parte, ad esempio, la descrizione nello script della scena in cui Will fa sentire per la prima volta la propria voce al computer dopo che il suo cervello è stato lì uploadato è da brivido e ricorda quasi gli horror di Stephen King, ma nel film questa sequenza è stata realizzata con mezzi assai sintetici che non incutono alcuna soggezione.

 

Il cast non è stato all'altezza delle aspettative neanche. Wally Pfister qui alla sua prima opera registica si nota che prima avesse lavorato solo come direttore della fotografia poichè le uniche cose che è riuscito a curare bene in questo film sono state in effetti la fotografia insieme a qualche bella ripresa della natura accompagnata da una discreta colonna sonora ed associata con pertinenza a sequenze visive narrative di grande rilevanza ed impatto riflessivo e filosofico che quindi almeno loro riescono a fare effetto al momento giusto anche se ad un certo punto, soprattutto verso l'epilogo, sembra di stare vedendo un film di Malick.

Ma da Pfister, fedele discepolo di Christopher Nolan - che ha aderito anche lui al progetto (sebbene solo nel ruolo di produttore esecutivo) e la cui partecipazione la reputavo un'ulteriore garanzia di qualità - sinceramente mi aspettavo un film molto ben approfondito e con molta più anima. Invece questo suo Transcendence salta sbrigativamente da una scena all'altra senza spiegare molto e senza riuscire ad illustrare o a raccontare a dovere nessuno degli argomenti che tratta, così dopo la parentesi della trascendenza maldestramente abbozzata e dopo l'introduzione di una storia d'amore (pretesto usato ancora una volta per arricchire o abbellire la confezione generale dell'argomento scelto che altrimenti sarebbe sembrata misera e poco allettante) che pur essendo onnipresente per tutta la durata della pellicola non emoziona affatto, si arriva di colpo ai terroristi, ai carri armati e ad una battaglia finale semi-apocalittica in cui Evelyn viene uccisa poco dopo che il marito è riuscito finalmente - e neanche in questo caso si capisce troppo bene come - a trascendere se stesso (o dovrei dire reincarnarsi?!) completamente (cioè fisicamente e spiritualmente) in un corpo umano solo per poter stare di nuovo con lei... molto è confuso ed irrisolto, specialmente sotto il profilo ideologico e l'epilogo, seppur tragico, non riesce veramente a commuovere poichè è interpretato in maniera poca convinta e poco convincente.

 

Non che l'alchimia tra i protagonisti sia assente o scarsa, ma da sola non basta a salvare una recitazione pessima nè a reggere una messa in scena debole, funerea ed inefficace. Mi verrebbe ora da dire che non ho mai visto Johnny Depp recitare così male, ma la verità è che non recita affatto! E' come se fosse presente ed assente al tempo stesso nel film poichè la sua interpretazione non riesce a donare alcuna caratterizzazione o vigore al proprio personaggio, sembrando veramente un ologramma senz'anima. Rebecca Hall, la sua co-protagonista, non è da meno. Offre una recitazione assai dubbia, anonima e monocorde e di espressioni ne azzecca forse una o due, in tutta la durata della pellicola. Fuori posto anche Paul Bettany che non convince molto e che sembra conservare seppur involontariamente quella sua aria ed espressività comica/ironica posseduta in maniera molto naturale in "The Tourist" - ma che in tal caso fu appropriata e di supporto a quello che fu un simpatico duetto d'odio e amore tra lui ed il personaggio interpretato dallo stesso Depp. Bravo ed in parte forse solo Morgan Freeman, anche se sprecato in fondo.

 

Dispiace dirlo ma non ci siamo proprio e su nessun fronte. Un bell'argomento da solo non può bastare a fare la qualità di un film se non viene illustrato ed approfondito a dovere.

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