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Transcendence

Regia di Wally Pfister vedi scheda film

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La recensione su Transcendence

di amandagriss
5 stelle

Trascendere la realtà.

Abbandonare tutto ciò che è materia.

Divenire puro spirito.

Sublimarsi in energia. Intangibile, invisibile, presente in ogni luogo, nello stesso istante.

Cielo, terra, acqua, in tutte le cose, in ogni essere vivente.

Nel mondo intero.

Sentirsi Dio non basta più.

Essere Dio è ciò che conta.

 

Oggi i progressi legati alla tecnologia ci permettono di superare i limiti imposti dal nostro essere, per natura, limitato.

Grazie ad internet possiamo, almeno virtualmente, abbandonare il nostro piccolo corpo-contenitore e librarci nell’aere (come il Grande Cocomero), sempre più affollato.

Raggiungere in tempo reale qualsiasi parte del mondo, essere attivamente/dinamicamente nel mondo.

Non esistono confini, barriere di alcuna sorta se non quelle fisiche, che in effetti, qualche problema ancora lo creano.

Ma ci sono scienziati che, dedicando tutta la loro vita allo studio di intelligenze artificiali avanzate, capaci di comprendere l’intera vasta gamma di emozioni umane e in più di possedere una  coscienza tutta propria, sarebbero in grado -in teoria- di aiutare l’umanità tutta ad affacciarsi ad una diversa ed evoluta consapevolizzazione di sé.

Entrare in una nuova era umanistica dove la parola impossibile sotto molti aspetti perderebbe di significato.

Si arriverebbe a toccare traguardi inattesi, inconcepibili da raggiungere fino a questo momento, relegati per adesso nel mondo astratto dei desideri ardentemente rincorsi e mai in grado -per la nostra povertà dei mezzi e per l’atavica paura dell’ignoto- di concretizzarsi.

Grazie ad un intelligenza artificiale senziente, pensante, autonoma in tutto e per tutto, si riuscirebbe a buttare una luce sull’anima umana, che ancora resta uno dei più grandi e affascinanti misteri irrisolti.

 

Essere Dio in terra.

Ma Dio per quanto trino è pur sempre uno.

E l’umanità è la pluralità di individui. Siamo circa 7 miliardi di persone sparse sul globo terrestre.

Qualcosa, perciò, non quadra.

 

Il film, guazzabuglio slabbrato e sfiancante di idee malamente rimasticate, polpettone indigesto che ambisce all’autorialità pensando (e sbaglia) di farlo allontanandosi dagli stilemi del cinema di genere sci-fi, deraglia rovinosamente dai promettenti binari di partenza del racconto metafora sulla nostra contemporaneità.

Tutto già visto e sentito in maniera sicuramente più efficace in altri luoghi, letterari e filmici.

Dall’interessante presupposto di capire i vantaggi e gli svantaggi della tecnologia, si passa -facendo tappa obbligata nel dramma intimistico di un amore stroncato- alle farneticazioni deliranti di un individuo (o presunto tale), uno scienziato di fama mondiale --un Johnny Depp poco convinto-- la cui morte permette all’amata (anche lei di cervello fine) --la brava Rebecca Hall-- di convogliare il suo spirito nei computers, connetterlo alla rete globale, tenerlo in vita.

Permettendogli il progressivo assoluto controllo su di essa.

 

Oggi, nell’era di internet, dominare la rete equivale a essere Dio.

E quindi a tenere in pugno il mondo.

Ma se mai dovesse verificarsi un blackout su scala mondiale (il temutissimo millennium bug), la vita così come viene concepita in questo strano presente, cesserebbe di esistere.

I nostri sacri inviolabili personal computers diventerebbero rifiuti inutilizzabili, nel migliore dei casi dei fermaporte.

 

Transcendence  pare dirci, quindi, che la tecnologia è un’arma a doppio taglio. Affilatissimo.

Da un lato migliora la qualità della vita, dall’altro l’annichilisce.

Rende liberi e schiavi al tempo stesso.

Condiziona il pensiero, omologa le menti, crea copie di un’idea unica, piega l’umanità alla volontà di un solo soggetto pensante. 

È la più moderna camuffata legalizzata forma di dittatura.

Viene salutata come un miracolo in terra.

Ma può rivelarsi più subdola e pericolosa di ogni altra normalissima, riconoscibilissima arma. 

Il punto è come usarla. Fin dove spingersi e dove invece fermarsi e, magari, arretrare.

 

La forza di un sogno spesso porta l’uomo che lo custodisce a tradire la sua natura, le sue idee, quello a cui per una vita intera ha dedicato anima e corpo.

Le sue iniziali buone intenzioni, lungo il percorso, finiscono col deformarsi e incarnarsi in orribili mostri, raccapriccianti prodotti in serie delle proprie sfrenate ossessioni.

Invece di apportare guarigione diffonde la malattia.

Invece di salvare, uccide.

L’uomo è anima e corpo insieme.

La sua carne, si consuma, deperisce, muore.

Ma la sua anima, la sua mente, restano.

Nel cuore di chi lo ha amato, nel lavoro di tutta una vita, nelle cose che ha realizzato.

Siamo esseri limitati, imperfetti, caduchi.

Creature complesse, ma di passaggio.

Destinati a finire.

L’immortalità è nel tramandare chi siamo stati.

Quella che contempla la vita eterna in terra e con essa l’onnipotenza (almeno per il momento) non ci appartengono.

Riusciremo mai ad accettarlo?

 

locandina

Transcendence (2014): locandina

 

 

 

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