Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Debutto cinematografico di Carlo Verdone, allora cabarettista tv ed eccellente trasformista.
Debutto cinematografico di Carlo Verdone, allora cabarettista televisivo ed eccellente trasformista. Prende dal cassetto il figlio (dei fiori) di papà, il ragazzotto ingenuo dagli occhi all'insù e il borgataro romano in cerca d'avventure sexy a Cracovia e ci costruisce un film diviso in tre episodi veramente riuscito. Si ride a crepapelle; non solo grazie a Verdone ma anche a Mario Brega (non per niente produce Sergio Leone, ched lo utilizza sempre in ruoli secondari), che fa del suo padre "comunista così" una caricatura talmente riuscita da travolgere tutti. Indimenticabile la Marisol di Veronica Miriel. Abbastanza anonimo Renato Scarpa che fa l'amico del borgataro, anche la scena dentro e fuori l'ospedale, fra gli infermieri, non è affatto male. L'episodio che resta più in tresta è quella del figlio di papà, non solo per la presenza del già citato Mario Brega, ma perché Carlo Verdone si divide in quattro personaggi riuniti in una sola stanza, tutti diversi, ma tutti riusciti (ioltre al figlio dei fiori, abbiamo il sacerdote strabico, il professore degli anni'50 che urla e sbraita conto la generazione anni'70 e il cugino con famiglia - che non c'è - con occhiali e calcolatrice), grazie ai loro tick e alla battute che sono diventate indimenticabili. Il successo di quelle scene in casa Brega si deve anche all'attrice che fa la ragazza di Verdone, impersonata da Isabella de Bernardi. Un classico della risata che farà ridere anche fra 40 anni.
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