Regia di Scott Waugh vedi scheda film
Se in Fast & Furious le corse sono passate in secondo piano, rieccole al centro dell’attenzione in Need for Speed, dove Tobey, un abile pilota, ha un’officina che nell’America della crisi stenta a far quadrare i conti, nonostante i suoi amici siano meccanici formidabili. Tobey si trova così a valutare un patto col diavolo, o meglio con l’oscenamente ricco Dino detto Bambino, ma l’antica rivalità sfocia in tragedia e il più povero dovrà scontare parecchie pene prima di far mangiare la polvere all’avversario. La trama è elementare eppure ricca di assurdità: se usi un bolide per un Coast to Coast a gran velocità, com’è che poi gli amici in camion ti stanno davanti? Qual è il senso di una competizione in cui si vincono le auto degli altri concorrenti se si distruggono durante la gara? La recitazione di Aaron Paul eccede poi nelle smorfie, come fosse ancora Jesse in Breaking Bad, mentre la faccia di schiaffi di Dominic Cooper rimane sui generis. In compenso le corse sanno di verità: il regista Scott Waugh ha una lunga carriera da stuntman alle spalle e si ispira al realismo di Bullit, omaggiato già in una delle prime sequenze, inoltre non sovraccarica di musica e anzi lascia che spesso a parlare siano i rombi dei motori e lo stridere delle gomme sull’asfalto (i making of per l’home video promettono di valere almeno quanto il film). Può sembrare poco ma è ormai merce rarissima, un vero piacere da intenditori.
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