Regia di Lorenzo Bianchini vedi scheda film
Interessante horror girato con pochi mezzi ma molta abilità da un talento emergente dell'horror di casa nostra. Ritmi a volte troppo lenti ne limitano l'impatto ma il risultato finale è più che buono.
Marco Contrada, etologo e naturalista, vaga per i territori ai confini tra il Friuli e la Slovenia per svolgere osservazioni sugli animali selvatici. Una osservazione del tutto casuale ottenuta da una microtelecamera montata su una volpe lo porta a scoprire nel profondo del bosco alcune case abbandonate e spinto dalla curiosità decide di fare un sopralluogo. Ma per raggiungere quel luogo sperduto è costretto ad attraversare un torrente (il guado del titolo) che, in poco tempo, a causa delle piogge torrenziali diventa impraticabile e perciò si trova costretto ad un soggiorno forzato in mezzo ai ruderi che nascondono un terrificante segreto.
Si può fare un film horror di pura atmosfera, terrorizzando lo spettatore solo con la creazione di un clima di angoscia e riducendo al minimo l'ostentazione di elementi spaventosi?
La risposta ovviamente è affermativa, ma è doveroso fare alcuni distinguo: lo puoi fare se sei un regista che sa calibrare i tempi, sa lavorare sull'ambientazione e riesce a condurre lo spettatore in una progressiva e costante sensazione di paura dosando poi con abilità le apparizioni che fanno capire che il protagonista non è solo vittima delle inquietudini cui si può cadere in condizioni di forte disagio.
E soprattutto lo puoi fare se hai a disposizione un attore bravo come Marco Marchese che in un contesto di totale solitudine (e quindi senza la possibilità di utilizzare lo strumento del dialogo) riesce a comunicare attraverso le espressioni del suo viso sensazioni che passano dal disagio e dalla perplessità al terrore più assoluto dovuto alla consapevolezza di trovarsi in una situazione inspiegabile e da cui sarà ben difficile trarsi d'impaccio.
Oltre il Guado, pur con qualche limite evidente dovuto al budget ridotto e a una certa lentezza nei ritmi, rivela il talento di un regista, Lorenzo Bianchini, che si è costruito una buona fama a livelo locale (friulano) per alcune produzioni a bassissimo costo.
Costruito con pochi mezzi questo film stupisce per la sua intensità.
Certamente una visione attenta non può non far risaltare i riferimenti a produzioni precedenti, in particolare a quella sorta di fenomeno del cinema horror che fu a suo tempo The Blair Witch Project: il proporre la natura come un ambiente ostile e spietato, la presenza di figure tanto inquietanti quanto indefinite in edifici in rovina abbandonati non solo dalla presenza umana ma anche da ogni parvenza di razionalità, nonché la sensazione di angoscia devastante che trascina il protagonista verso il baratro, sono richiami evidenti alla pelicola che oltre un quindicennio fa divenne (ben oltre i suoi meriti effettivi) l'evento horror per eccellenza.
Eppure sarebbe riduttivo limitare la valutazione di questo lavoro solo come una ripresa di temi già affrontati da altri. Perché Bianchini denota mestiere e capacità di narrazione e alla fine questo suo film appare decisamente superiore a quella pellicola così chiaccherata e alla fine dei conti anche non poco deludente in proporzione alle aspettative che aveva creato.
Personalmente, al di là dei riferimenti palesati da più parti al cinema di Pupi Avati, ho ravvisato un richiamo, non so quanto voluto (non ho trovato riferimenti in merito) all'opera dello scrittore William Hope Hodgson che proprio sul tema dell'assedio da parte di entità sconosciute in un contesto di ruderi abbandonati in un luogo desolato e lontano dalla civiltà basò quello che probabilmente è il suo miglior romanzo, La Casa sull'Abisso.
L'angoscia verso l'ignoto, le cadenze lente e il terrore generato da forze maligne non meglio descritte danno inoltre all'opera di Bianchini una caratterizzazione lovecraftiana, collegandolo così al lavoro di quell'altro talento dell'horror nostrano che è Ivan Zuccon (che dell'opera del Solitario di Providence ha fatto suo esplicito riferimento culturale)
Sarebbe interessante sentire il regista cosa avrebbe da dire in merito. Nell'attesa, se amate l'horror d'atmosfera e non urlato, godetevi questo Oltre il Guado
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