Regia di Billy Wilder vedi scheda film
Secondo Morandini "una delle commedie più deboli di Wilder, la più zuccherata e convenzionale", con un giudizio di 3 stelle che, nella scala da lui utilizzata, corrisponde grossomodo a un 7. In questo caso il giudizio è ingeneroso: in realtà si tratta di una deliziosa favola romantica non priva di quelle unghiate satiriche sulle differenze sociali e lo snobismo dei ricchi tipiche del cinema del regista. Pur con qualche caduta nel bozzettismo un pò facile, è un film che si raccomanda per la felice miscela di tenerezza e cinismo, la giusta valorizzazione della componente sentimentale e delle gag comiche, la classe della regia e degli interpreti. Audrey Hepburn è qui assolutamente affascinante e anche più brava rispetto a "Vacanze romane" dell'anno precedente, conquista lo spettatore in virtù della sua eleganza e di uno charme che esplode dopo la "trasformazione" parigina di Sabrina; Bogart in versione leggera mi sembra spassoso e autoironico, anche se molti non l'hanno troppo apprezzato in questa interpretazione, e William Holden, invece, risulta un pò troppo sopra le righe rispetto alle precedenti interpretazioni drammatiche con Wilder in Viale del tramonto e Stalag 17, che gli aveva fatto vincere l'Oscar. Sceneggiatura piena di battute memorabili, colonna sonora in cui risalta il sottofondo strumentale de "La vie en rose", finale romantico che farà giustamente sognare gli spettatori più sensibili. Inutile remake di Sydney Pollack del '95 con Harrison Ford che non regge il confronto con Bogart. Nel complesso una delle commedie di Wilder che regge meglio alla prova del tempo.
voto 9/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta