Regia di Wes Ball vedi scheda film
Il giovane Thomas si risveglia smemorato in una comunità di soli ragazzi, diviso dalla libertà da un enorme recinto al cui interno spadroneggia un inestricabile labirinto abitato dai “dolenti”. Sono tre anni che Chuck, Alby e gli altri fanno poco o niente per liberarsi, limitandosi a mappare parzialmente il contenuto del labirinto. Thomas e l’affascinante Teresa, che giunge nella “radura” dopo di lui, hanno uno spirito intraprendente, forti anche di un misterioso passato che pian piano riaffiora, al punto da portare i ragazzi a cercare una via d’uscita e a provare a svelare la verità della loro condizione.
Modaiolo e furbetto, Maze runner: il labirinto è un film distopico tratto dal romanzo di James Dashner del 2009. Se Harry Potter aveva avuto la decenza di attendere la trasposizione dell’ultimo libro per effettuare la divisione dello stesso in due capitoli cinematografici, qui gli intenti degli autori sono chiari fin dall’inizio. Il romanzo di Dashner viene arbitrariamente scisso in due film, il primo dei quali, questo “Il labirinto”, è totalmente troncato e assolutamente irritante, assomigliando più a un videogame che ad un prodotto cinematografico.
Tecnicamente il film si lascia guardare, così tenebroso nelle atmosfere e fisiologicamente figo (aberrazioni totalitariste, lotte intestine, complotti, mostri, esperimenti, mistero). Ma sul piano narrativo sono troppi i buchi ed altrettante le defaillance di chi guarda al risultato di monetizzare l’investimento piuttosto che impegnarsi per fornirgli un’integrità morale che rispetti il fine ultimo di ogni film: il rispetto dello spettatore. Il cinema, prima di essere business, è passione. Ma chi ha concepito questa pellicola troppo calcolata, fredda e pretenziosa sembra averlo dimenticato.
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