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La trattativa

Regia di Sabina Guzzanti vedi scheda film

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La recensione su La trattativa

di Spaggy
9 stelle

Agli albori degli anni Novanta la Mafia, l’associazione a delinquere più nota al mondo e paragonata spesso a uno Stato alternativo il cui tratto predominante è costituito dall’esercizio del potere con ricorso alla forza e alla coercizione, mise in atto una serie di attentati, tesi a lanciare messaggi allo Stato italiano. L’assassinio dell’onorevole Lima a Palermo, il tritolo per i giudici Falcone e Borsellino, gli attentati di Roma e Firenze: furono soltanto alcuni degli episodi più eclatanti di quel periodo. L’Italia affrontava una fase storica alquanto delicata, la Prima Repubblica stava per essere sepolta per sempre e le istituzioni si mostravano deboli e incapaci di esercitare le proprie funzioni.

 

Sabina Guzzanti

La trattativa (2014): Sabina Guzzanti

 

Fu in seguito a quel periodo che Sabina Guzzanti immagina la nascita della trattativa Stato-Mafia, trattativa che avrebbe portato nello stesso tavolo illustri esponenti politici (da Oscar Luigi Scalfaro a Giorgio Napolitano) e pericolosi boss mafiosi, come Totò Riina o Bernardo Provenzano, con la complicità di personaggi alquanto discussi e discutibili come il pilastro Fininvest Marcello Dell’Ultri o l’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino. Il risultato di tale trattativa fu la nascita di Forza Italia, il partito capace di raccogliere alle prime elezioni a cui partecipò oltre il 20% dei consensi. Leader del partito era ed è Silvio Berlusconi, l’imprenditore milanese i cui legami con la malavita organizzata iniziano a dispiegarsi a metà anni Settanta.

 

Prendendo spunto da dichiarazioni processuali, indagini, memorie, interviste ed episodi realmente accaduti, Sabina Guzzanti dimostra la sua tesi con il piglio della giornalista d’inchiesta che scava tra scartoffie e collega lucidamente dati empirici che nessuno sembra prima di lei aver visto o aver voluto vedere. Mettendo da parte la presunzione di molti reporter che tanto insinuano e nulla dicono, la Guzzanti si assume il rischio di far nomi e cognomi, di riportare date e circostanze, di narrare incontri e (dis)accordi, senza preoccuparsi del rischio che ciò comporta. Per amore della verità, insieme a un gruppo di artisti teatrali si cimenta in prima persona in un lavoro ibrido che coniuga documentario, fiction e teatro brechtiano.

 

Passando agevolmente da un tipo di messa in scena all’altra con degli escamotage cinematografici che non spezzano il filo del racconto, la Guzzanti passa in rassegna le anomalie di tante indagini e immagina il contenuto della famosa agenda rossa del giudice Borsellino, augurandosi che prima o poi il senso di lealtà e giustizia possa finalmente avere la meglio. Con l’ausilio di interviste a noti magistrati antimafia, a collaboratori di giustizia e a ex ministri dello Stato, porta in luce un labirinto di connivenze che da anni qualcuno cerca di nascondere o di insabbiare. Che Berlusconi al potere sia poi il risultato di tutto ciò è solo un dato di fatto: mettendo da parte la sua personale antipatia nei confronti del premier (che torna ancora una volta a imitare con immutata sagacia), la Guzzanti non si accanisce sull’ (ex?) leader della destra italiana ma con lucido sguardo da documentarista si guarda intorno per scovare e denunciare atteggiamenti che non hanno alcun color politico. Il risultato è un atto di denuncia a cui ogni magistratura seria dovrebbe attingere per far luce sulle ombre (anche del proprio operato) e fornire spiegazioni al proprio mandante: il popolo.

 

La trattativa (2014): Trailer ufficiale

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