Regia di Zep vedi scheda film
Piccolo caso in Francia, dove ha conquistato quasi un milione e mezzo di spettatori nel 2011, Titeuf. Il film esce in sala in piena estate, come un fondo di magazzino, nonostante abbia un suo pubblico anche in Italia. Il bambino dal ciuffo indomabile è infatti un popolare personaggio televisivo da tempo tradotto in italiano. Sperimentando la tecnologia in 3D i francesi sintetizzano le sue avventure in un lungometraggio dalla realizzazione un po’ algida (i volumi levigati e le prospettive perfette dei disegni perdono su grande schermo un briciolo di... umanità), ma in ogni caso divertente e pieno di trovate. Il merito è soprattutto dell’autore Zep, al secolo Philippe Chappuis, disegnatore svizzero che vent’anni fa si inventò Titeuf ispirandosi a un “uovo” (dal francese “oeuf”; come la forma della sua testolina), con ciuffo di capelli svolazzante e sempre al centro di avventure in un mondo, quello dei bambini, più fantastico e a volte addirittura “maturo” di quello degli adulti, condannati a una sorta di inutilità... Successo immediato: un po’ per la simpatia del piccoletto, nel film pronto ad affrontare i primi turbamenti della prossima adolescenza (tutto ruota intorno al mancato invito dell’amichetta Nadia), un po’ per l’originale semplicità del tratto. È proprio questa essenzialità del disegno a gonfiarsi e snaturarsi nel passaggio al cinema, mentre resta intatta del bambino la contagiosa energia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta