Regia di Zep vedi scheda film
La trasposizione cinematografica di questo intelligente e arguto fumetto francese, trasmesso già da qualche anno in tv con una serie animata, è forse uno dei migliori prodotti animati vecchio stile realizzati di recente.
La grafica stilizzata ma efficace dello svizzero Zep è al servizio di uno script tanto semplice quanto ricco di spunti e avvincente, anche se paradossalmente incentrato su normali situazioni quotidiane.
Non ci sono, infatti, né universi fantastici né supereroi al centro della storia: Titeuf è un vivace ragazzino in età prepuberale, curioso e sognatore, ma anche permaloso e capriccioso, sensibile e ingenuo, che si barcamena con ironia e furbizia tra i pasticci che combina con la sua combriccola di amici, nel cortile di scuola e al parco, e osserva con pungente sarcasmo il mondo degli adulti, rispondendo con schietta semplicità o più spesso la sua disarmante fantasia ai mille interrogativi che gli pone la vita di tutti i giorni.
Il suo idolo è il Grande Mogul, invincibile robot spaziale alle cui eroiche gesta tenta maldestramente di ispirarsi per ottenere le attenzioni di Nadia, la bella e scontrosa compagna di classe per la quale ha da sempre una cotta, non corrisposta.
A complicare ulteriormente la situazione arriva un'inaspettata crisi coniugale tra i suoi genitori, che lo porta a riflettere sul significato di amore, famiglia, responsabilità, e naturalmente a cercare di risolvere a modo suo il problema.
Situazioni ordinarie, attuali e comuni, dunque, in cui è facile per lo spettatore più o meno giovane immedesimarsi ma che vengono affrontate dall'autore con una leggerezza e un divertimento apparentemente innocui che celano dietro lo sguardo infantile del personaggio una acuta capacità di raccontare il rapporto adulti/bambini con rara e vivida immediatezza, scavando nelle incomprensioni e nelle debolezze delle nostre costruzioni mentali.
Promosso e consigliatissimo ai fans e non solo.
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